Impiegati in procura assenteisti in due sotto inchiesta per truffa

Hanno tentato di fare i furbi. Come molti dipendenti del Comune di Sanremo, inciampati nella maxi-inchiesta per assenteismo e filmati mentre timbravano il cartellino in mutande o in vestaglia oppure mentre erano impegnati a sudare a bordo di una canoa. O come altri 36 colleghi degli uffici rodigini della Regione Veneto che, in orario di servizio, uscivano tranquillamente pur avendo segnalato la loro regolare presenza e ora a processo. Stavolta – pena del contrappasso – sul banco degli imputati due impiegati della procura di Padova addetti al Casellario giudiziale, lo sportello dove sono raccolti e conservati gli estratti dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria in modo tale che, su richiesta dell’interessato o di chi ne ha facoltà, sia sempre possibile conoscere l'elenco dei precedenti penali e di quelli in corso (i cosiddetti carichi pendenti) di ogni cittadino. Ieri davanti al gup padovano Mariella Fino sono finiti Mauro Bellincampi, 57 anni di Villafranca Padovana (difensori gli avvocati Luca Dorella ed Emanuele Zandonà), e la collega Rossella Piatelli, 56 di Trieste (difensore l’avvocato Aurora D’Agostino), accusati di truffa aggravata in quanto commessa ai danni di un ente pubblico e di falsa attestazione circa il proprio orario di servizio.
Piattelli ha deciso di chiudere subito il conto con la giustizia, patteggiando un anno di reclusione con 800 euro di multa e incassando la sospensione condizionale della pena; diversa la strategia difensiva di Bellincampi che ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato. E sarà sempre lo stesso giudice a definire la sua posizione nel corso dell'udienza fissata per l'8 giugno: in vista dell’appuntamento, la difesa ha depositato una serie di documenti. Agli atti risulta anche il verbale dell’interrogatorio in cui l’impiegato contesta gran parte dei fatti addebitati, avvenuto dopo la conclusione dell’indagine che il pm Maria D’Arpa aveva affidato alla sezione dei carabinieri della procura. La “bella vita” dei due impiegati, che sarebbe andata avanti per un pezzo lungo tutto l'arco del 2014, aveva suscitato sospetti e malumori tra alcuni colleghi pronti a informare l’allora dirigente amministrativo, Rocco Arancio, poco più tardi andato in pensione. Era chiaro che qualcosa non funzionava nel Casellario dove i due lavoravano insieme: troppe volte la luce spenta e la porta chiusa sia al mattino quando l’ufficio avrebbe dovuto essere operativo, sia al pomeriggio quando nei previsti “rientri” non c’era nessuno.
Spesso lui timbrava per far risultare la sua presenza, salvo poi allontanarsi senza fare rientro, oppure anticipava l’uscita e al suo posto “in un’ottica di scambio di favori” – sostiene la pubblica accusa – la timbratura del tesserino magnetico veniva effettuata dalla collega; altre volte, come lo scolaro che “brucia” la scuola, non faceva il rientro pomeridiano e il badge veniva strisciato successivamente da lui stesso o, al suo posto, sempre dalla collega: in totale a Bellincampi sono contestate 42 ore di assenza dal lavoro tra l’1 gennaio e il 19 dicembre 2014. Quanto a Piatelli, analogo copione: alla donna è contestato di aver sistematicamente posticipato l’ingresso in ufficio di mezz’ora (o un’ora), rispetto a quanto attestato dal cartellino marcatempo, di aver anticipato l’uscita pomeridiana anche di un’ora e di non aver mai svolto alcuni servizi pomeridiani al contrario di quanto risulta dal badge timbrato dal collega o da lei l’indomani: in tutto deve rispondere di assenteismo per 135 ore tra l’1 gennaio e il 19 dicembre 2014. Tra il 3 e il 19 dicembre i due sono atti filmati. Nonostante il procedimento penale, continuano a lavorare in procura.
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