In 39 a cena al circolo sardo scatta la sanzione per tutti

borgoricco
In trentanove, compreso il presidente Ferruccio Puddu, domenica sera stavano cenando nella sede del Circolo Amici della Sardegna, in via Muson, quando alle 21.30 hanno bussato i carabinieri di Campodarsego. Avevano ricevuto la segnalazione che in quel locale si mangiava e si beveva in barba alle norme anti-Covid previste per la zona arancione e dovevano pertanto verificare. Al diniego del presidente del Club di far accedere i militari in quanto Club privato, in via Muson sono state inviate altre pattuglie di rinforzo da Cittadella e dalle stazioni contermini.
La cena - riferisce il titolare - è proseguita mentre le pattuglie hanno presidiato il parcheggio fino all’una di notte attendendo che i soci uscissero per procedere all’identificazione. Le targhe delle auto avevano già dato una prima indicazione delle presenze, non è però escluso che qualche commensale sia sfuggito alla conta e dunque i soci in sala fossero di più, una cinquantina circa. In 38 soci, più il presidente del sodalizio, sono stati identificati e multati. Ai partecipanti alla “cena culturale” è stata applicata la sanzione amministrativa prevista dalla normativa per il mancato uso della mascherina, per la violazione del divieto di assembramento e presenza fuori dal territorio comunale di residenza senza giustificata motivazione. In questo caso si parla di 400 euro a testa, sanzione ridotta a 280 se il pagamento avviene entro cinque giorni. Il presidente Puddu è stato sanzionato per aver garantito e non sospeso l’attività di somministrazione di alimenti e bevande generando assembramento ed è stato inoltre segnalato alla Prefettura per un provvedimento di chiusura dell’attività, si presume di cinque giorni. Questo prevedono le norme cui i militari si sono attenuti.
«Non ho ricevuto multe e domenica ho in programma un’altra serata», dice Puddu, infuriato. «Questo è un club privato e non necessita di alcun permesso per l’attività. Siamo iscritti all’albo comunale delle associazioni, facciamo cultura e scuola di ballo sarda, divulghiamo la nostra cultura e la nostra cucina». Puddu non ha preso bene l’intervento. «I carabinieri volevano entrare, ma questo è un club privato di proprietà privata e non possono farlo. Hanno chiamato i rinforzi e sono arrivati con sei pattuglie. Ma qui non c’era Totò Riina. A mio avviso si tratta di un provvedimento anticostituzionale, come lo sono le mascherine. Verso l’una hanno fermato le macchine dei soci mentre uscivano». Puddu è sicuro del fatto suo: «Noi siamo nella legalità totale, non stiamo spacciando né ammazzando». D’altra parte, però, le norme anti Covid parlano chiaro in materia di ristorazione e di assembramenti.
Puddu esibisce un “vademecum legale per la libertà” che contesta una serie di disposizioni normative anti Covid 19 e fornisce indicazioni su come comportarsi. Sembra pure che per proseguire l’attività si sia consultato preventivamente con qualche legale. La vicenda ne richiama un’altra, recente anche se un po’ differente, accaduta in Sardegna, alle Terme di Sardara due settimane fa: politici, medici, ingegneri e manager pubblici e privati, si sono ritrovati - pare in 40 - a un pranzo in violazione delle norme anti Covid. Alcuni sono scappati all’arrivo della Finanza. Ora c’è un’inchiesta aperta. —
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