In centinaia all’addio dell’infermiera «Siete tutti Elena»

PIAZZOLA sul brenta
«Grazie, siete tutti Elena»: con queste parole il padre di Elena Zampieri, Giuseppe, ha ringraziato le centinaia di persone che ieri pomeriggio in cimitero a Piazzola hanno dato l’ultimo saluto alla figlia, l’infermiera 39enne stroncata da un malore venerdì. Da 17 anni era il cuore del reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Camposampiero e tanti colleghi medici e infermieri – con i loro camici bianchi e azzurri – si sono stretti alla famiglia: «Con rigore e professionalità», le parole di chi condivideva il lavoro-missione di Elena, «hai seguito i pazienti della Lungodegenza, un reparto che è stato la tua seconda famiglia. Quello che facciamo per gli altri è immortale, ringraziamo Dio per avercela donata». Don Gigi Tellatin ha cercato di portare parole di conforto e speranza: «La morte per noi non è una fine, ma un confine. Elena lo ha varcato, ma vive ancora dentro di noi e io non posso dimenticare la sua vitalità eccezionale, la sua carica di entusiasmo. Per noi la morte è una rinascita: quando Elena è arrivata in cimitero il tempo è cambiato, le nubi sono scomparse ed è arrivato il sole, è un segno, una parola di Dio».
Il parroco ha sottolineato i tatuaggi che l’infermiera aveva sul corpo. C’era anche una frase di Madre Teresa di Calcutta: «Non importa quanto si dà, ma quanto amore si mette nel dare». E poi si era disegnata sulla pelle un giglio: «Che rappresenta purezza e innocenza, interpretava il suo essere così fiera e orgogliosa di indossare la divisa di infermiera». —
S.B.
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