In mille per l’addio a Marina Marchioron nella chiesa di Villalta

Il marito, ricoverato a Padova insieme al figlioletto di 5 anni, ha seguito il funerale grazie a un collegamento in streaming
Di Paola Pilotto
POLETTO - FOTO PIRAN - GAZZO - FUNERALE MARINA MARCHIORON
POLETTO - FOTO PIRAN - GAZZO - FUNERALE MARINA MARCHIORON

GAZZO PADOVANO. Un migliaio di persone per l’ultimo saluto a Marina Marchioron, la mamma di 44 anni morta nel terribile incidente di domenica provocato da un giovane rumeno ubriaco sulla provinciale Contarina a Tremignon. Il funerale, concelebrato da 5 sacerdoti (Giacomo Viali, Domenico Pegoraro, Luigi Magnabosco e monsignor Antonio Marangoni), è stato trasmesso in streaming audio e video al marito Nicola Loreggian, 45 anni, tecnico Telecom, che con il figlioletto di 5 anni è ricoverato all’ospedale di Padova. A rendere possibile la diretta è stata l’Associazione Radioamatori Italiani collegata alla Protezione civile, che ha montato l’apparecchiatura in chiesa e ha ripreso il rito, consentendo al marito di essere presente e sentire la vicinanza delle 3 comunità ferite dalla dramma: quella di Gazzo dove la famiglia vive, quella di Lanzè (Quinto Vicentino) da cui è originaria Marina e quella di Vaccarino, paese d’origine di Nicola. Lui stesso ha voluto scegliere i brani della liturgia della parola per le esequie della moglie. Il feretro, partito da Padova, prima di raggiungere la chiesa di Villalta si è fermato in via Montegrappa, davanti alla casa della coppia, da domenica chiusa e vuota. L’ultimo ritorno a casa per Marina, cassiera al supermercato Prix di Bolzano Vicentino, prima della sepoltura. La bara, coperta da un cuscino di rose bianche, è stata accolta da una folla commossa, stipata in chiesa e sulla gradinata esterna, che ha voluto stringersi al cordoglio dei familiari: per primi al marito Nicola e al bambino, ma anche i genitori di Marina, Irma e Silvio, alle sorelle Laura e Cristina, ai genitori di lui, Gino e Giuseppina e al fratello Marco. Presenti, come nella fiaccolata di Piazzola, il sindaco Loredana Pianazzola e la Croce verde di Padova, dove Nicola e il fratello prestano servizio come volontari. «Sabato Marina e Nicola sono venuti in chiesa per confessarsi», ha detto il parroco don Giacomo, «volevano essere pronti come madrina e padrino per il battesimo della nipotina. Era un momento di gioia, svanito poche ore dopo. Il dolore è grande e solo la fede può aiutare a superarlo. In questi giorni la compostezza, la saggezza e il dolore hanno vinto su qualsiasi forma di rabbia e questo è il più bel regalo che si potesse fare a Marina, discreta e mite, che ci ha lasciato una grande eredità con la sua testimonianza di vita».

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