In soli due mesi la badante si fa firmare il testamento

CITTADELLA. Pur badante della coppia per soli 77 giorni, era riuscita a farsi nominare erede universale a tempo di record. Con l’inganno, secondo la procura. Anzi, approfittando dello stato di infermità psichica di entrambi, lui il professor Giovannino Ramilli, classe 1921, già docente di Storia romana all’università di Padova, lei la professoressa Jolanda Fava, classe 1924, insegnante di Lettere alle scuole medie, all’epoca dei fatti ospiti della casa di riposo Villa Imperiale a Galliera Veneta. Il pubblico ministero padovano Francesco Tonon ha chiuso l’inchiesta e si prepara a chiedere il processo nei confronti di Valentina Pirtu, 52 anni, originaria della Moldavia e residente a Rossano (Vi), di professione badante. L’accusa contestata è di circonvenzione d’incapace, in quanto avrebbe indotto marito e moglie a redigere due testamenti olografi (cioè scritti per intero, datati e sottoscritti dal firmatario, il 22 gennaio 2013 il docente e l’8 marzo la moglie sempre del 2013) incoronandola, appunto, erede universale del loro patrimonio e revocando tutte le disposizioni precedentemente espresse quando erano nella piena consapevolezza. Disposizioni con le quali avevano devoluto i loro beni a favore della onlus (organizzazione di utilità sociale) Centro Bertollo servizi educativi per l’età evolutiva e dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio. Beni per un valore complessivo di circa tre milioni di euro costituiti da due appartamenti a Padova, un’abitazione a Cittadella (dove la coppia abitava) e alcuni terreni a Onara di Tombolo. L’inchiesta penale nasce dalla segnalazione trasmessa in procura dal giudice civile Giorgio Bertola di Cittadella che, il 3 luglio 2013, aveva disposto il sequestro del patrimonio della coppia, affidato in custodia all’avvocato Massimo Pieressa, nominato amministratore di sostegno dei due. Nel 2011 quest’ultimo (consigliere comunale dei Verdi a Cittadella e collega del professor Ramilli, consigliere del Psi, sui banchi dell’opposizione) aveva ricevuto l’incarico, dopo aver scoperto e segnalato alle autorità competenti le precarie condizioni in cui i coniugi vivevano da soli, benché non fossero più in grado di provvedere a se stessi. Da qui il trasferimento a Villa Imperiale dove si erano avvicendate alcune badanti, l’ultima Valentina Pirtu. Tuttavia le infermiere dell’ospizio avevano notato alcuni comportamenti “singolari” della donna che, in un paio di occasioni, si era chiusa nella camera dei due anziani con un avvocato per far firmare dei documenti. A quel punto il legale era ricorso al giudice civile per mettere in sicurezza il patrimonio ed erano spuntati i due testamenti che la badante si era affrettata a far pubblicare l’11 febbraio 2013. Il dottor Giovanni Ciraso, consulente tecnico della procura, aveva constatato (sia pure sulla base della documentazione clinica) lo stato di infermità dei due in quanto il professor Ramilli (morto il 23 settembre 2011) era affetto da Alzheimer, la consorte (scomparsa il 3 novembre successivo) era risultata colpita da demenza senile.
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