In Tobiolo e l’angelo il dinamismo giovanile

Tobiolo e l’Angelo: la tavola, per diverso tempo non è stata molto considerata dagli studiosi del Tiziano. Solo recentemente se n’è capita l’importanza collocandola agli inizi dell’attività del...

Tobiolo e l’Angelo: la tavola, per diverso tempo non è stata molto considerata dagli studiosi del Tiziano. Solo recentemente se n’è capita l’importanza collocandola agli inizi dell’attività del maestro di Pieve di Cadore. Si ipotizza sia stata commissionata da un esponente della famiglia Bembo, da molti associato alla figura di Pietro com’è testimoniato dallo stemma in basso, verso sinistra, per la chiesa di Santa Caterina a Venezia. Il dipinto oggi si trova alle Gallerie dell’Accademia. Questa ipotesi però è stata riconsiderata perché la stesura originale del Tobiolo era forse priva di qualsiasi stemma. Se ne deduce che l’opera sia stata comprata da un esponente dei Bembo, non necessariamente Pietro, intorno al 1523, con l’aggiornamento della vecchia versione per venire incontro alle nuove esigenze. Al di là dei problemi di committenza sono interessanti le indicazioni formali di “Tobiolo e l’angelo” perchè rispecchiano lo stile di Tiziano dei primi anni venti. Quando mette in scena figure in posizione dinamica, energicamente rappresentate con rapide pennellate senza preoccuparsi troppo dei dettagli se si osservano con attenzione i panneggi. Una creazione comunque notevole fondata sull’originale idea dell’angelo le cui ali nere aperte dominano lo spazio figurativo. Contrastando drammaticamente con le cromie trascoloranti del cielo al tramonto. L’ambiente tendente al nero per il gioco della controluce, ha un sua particolare atmosfera, introducendo a Venezia l’immagine di un paesaggio alpino, molto lontano ovviamente da quello abituale degli abitanti della laguna. L’olio su tavola è diviso verticalmente in due zone, una chiara e una buia con le due figure in rilievo in virtù dell’opposizione cromatica. Da notare la raffigurazione di un piccolo pastore in lontananza sulla destra che richiama l’atmosfera dell’Arcadia. Sottolineandone principalmente l’aspetto oscuro e selvaggio. Per definire meglio questa fase, nel suo saggio in catalogo il curatore Alkema propone di accostare Tobiolo e l’angelo alla pala Gozzi nella Pinacoteca Civica di Ancona (1520) e alla pala Malchiostro nel Duomo di Treviso databile 1520-23. Quest’ultima realizzazione in particolare è molto vicina al Tobiolo, sia per l’originalità dell’invenzione sia per il non molto accurato procedimento pittorico.

Fausto Politino .

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