In un libro le storie dei Caduti

L’ex sindaco Bruno Savin ha scavato negli archivi e raccontato anche dell’ospedale all’ex Inps
Di Francesca Segato
Battaglia Terme (PD), 03.11.2014 Bruno Savin, ex sindaco, ha compiuto una ricerca sui caduti della Grande Guerra. ph. Zangirolami. Nella foto: Savin indica la targa del restaur odel monumento nel 2009
Battaglia Terme (PD), 03.11.2014 Bruno Savin, ex sindaco, ha compiuto una ricerca sui caduti della Grande Guerra. ph. Zangirolami. Nella foto: Savin indica la targa del restaur odel monumento nel 2009

BATTAGLIA TERME. La memoria dei conflitti mondiali, a Battaglia, ha un custode appassionato. È Bruno Savin, ex sindaco della cittadina nonché presidente dell’Associazione nazionale Artiglieri d’Italia. È grazie al suo impegno se oggi, a Battaglia Terme, durante le celebrazioni del 4 Novembre si potranno leggere i nomi, i cognomi e le storie di tutti quei giovani battagliensi che persero la vita nella Grande Guerra. Un enorme lavoro di ricerca storica, quello che Savin ha svolto per il volume intitolato “In guerra con il coraggio della fede”: tra le pagine, il diario di 100 giorni sul Carso del fante Domenico Bodon e le vicende di altri 600 soldati battagliensi nella guerra del ’15-’18.

Tra loro, anche quei cinquantuno giovani che a Battaglia Terme non fecero più ritorno. I loro nomi solo dal 1990 figurano nelle lapidi che circondano la fontana in piazza della Libertà, il monumento ai Caduti di Battaglia Terme. La storia di questo monumento risale al 1953: si scelse la fontana perché simbolo dell’acqua, che a sua volta rappresenta Battaglia. Incisi nel pilastro, i simboli di marina, aviazione, esercito. I nomi dei Caduti della Grande Guerra erano prima riportati, assieme al bollettino della Vittoria, in una lapide sulla casa del fascio, di fronte. Ma quando l’edificio venne ristrutturato, la lapide scomparve. «Quando ero sindaco, intorno al 1990, ho fatto rimettere i nomi» spiega Savin «aggiungendo anche i Caduti della seconda guerra mondiale e della guerra d’indipendenza».

Sono gli stessi uomini le cui storie sono raccontate nel suo volume dedicato alla Grande Guerra, un lavoro che ha richiesto oltre tre anni di ricerche. «Sono partito dagli archivi della parrocchia» racconta ancora l’ex sindaco «per consultare poi anche gli archivi comunali, del Distretto militare e l’Archivio di Stato». Consegnando così alla memoria uno spaccato completo dell'impegno al fronte dei battagliensi.

Le storie dei Caduti nessuno le ricordava più. A Battaglia ci sono ancora alcune famiglie che portano lo stesso cognome, discendenti dei giovani che persero la vita nel ’15-’18. Ma è stato il lavoro di Savin a dare loro le notizie sugli antenati morti durante il conflitto. «Ho ricongiunto la storia delle famiglie che stavano a casa con quella dei soldati al fronte» aggiunge lui, mostrando un cimelio: una lettera inviata da un soldato di Battaglia, Luigi, dalle trincee alla sorella. Dentro anche una stella alpina essiccata. Oltre al monumento ai suoi Caduti, però, Battaglia ne custodisce anche un altro, forse meno noto. Si trova dentro il cimitero comunale e ricorda quanti morirono nell’ospedale militare allestito nell’attuale area del parco Inps. Lì si spensero 155 soldati, di cui 21 furono tumulati proprio in cimitero a Battaglia al termine del conflitto, perché nessuno li venne a reclamare. Ora sono rimaste solo quattro salme, perché nel tempo il lavoro di ricerca ha permesso di restituire le spoglie alle famiglie di origine. Il monumento porta la data del 1916 e l'iscrizione che lo dedica "Ai Caduti per la patria, gli ufficiali medici e i soldati dell'ospedale militare di Battaglia Terme": è stato restaurato nel 2009 a cura della sezione Artiglieri.

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