Inabili a operare in ospedale a Padova, abilissimi nei centri privati

A processo due medici oculisti accusati di abuso d’ufficio, truffa e peculato Indirizzavano i pazienti in cliniche non convenzionate.
TOME - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MEDICI ESCONO DALL'OSPEDALE
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Inabili per operare in ospedale, eseguivano interventi chirurgici in strutture private. Abuso d’ufficio, truffa, somministrazione di medicinali guasti e peculato: sono le accuse da cui dovranno difendersi in Tribunale i medici oculisti Anania Lamarina, originario di Latiano (Brindisi), 59 anni, residente a Este, e Guido Masiero, di Frascati (Roma), 57, residente a Montegrotto Terme. Prima udienza del processo il 13 maggio. A denunciare i due medici è stata l’allora Usl 17 della bassa padovana dove entrambi prestavano servizio. Oggi parte civile nel processo a loro carico è l’Usl 6 Euganea.

Le accuse

I fatti per cui sono accusati i medici oculisti risalgono al periodo che va dal 2010 al 2013. Sia a Lamarina che a Masiero viene contestato l’abuso d’ufficio per aver conseguito un vantaggio patrimoniale di 36.270 euro per il primo e poco più di 8 mila euro per il secondo consigliando ad alcuni pazienti che visitati per gravi patologie oculistiche in ospedale di rivolgersi per gli interventi di iniezione intravitreale in un centro oculistico privato non convenzionato di Rovigo dove lo stesso Lamarina esercitava la libera professione. Per persuadere i pazienti il medico prospettava tempi di cura molto più celeri e l’uso di farmaci non disponibili nell’ospedale di Monselice. Entrambi devono rispondere anche per aver somministrato ai pazienti medicinali intravitreali imperfetti poiché ottenuti dalla suddivisione in siringhe precariate in struttura e con modalità non previste dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). A Lamarina viene contestato anche il peculato perché avrebbe utilizzato gli ambulatori oculistici dell’ospedale per attività medica gratuita nei confronti di alcuni pazienti privati ai quali aveva praticato trattamenti in regime libero professionale, creando quindi un danno economico all’Usl per il mancato incasso dei ticket.

Inabili?

La terza accusa che pesa su entrambi gli oculisti è quella di truffa. Sia Lamarina che Masiero, infatti, avevano ottenuto dall’Usl 17 il riconoscimento dell’inabilità all’attività chirurgica. Ma mentre in ospedale non operavano, si dedicavano a interventi chirurgici in strutture private. A Lamarina viene contestata almeno una operazione che gli avrebbe fruttato 4 mila euro eseguito in un centro padovano. L’oculista avrebbe curato la miopia in una paziente con il laser. Masiero, invece, avrebbe operato un’altra paziente di cataratta in una clinica provata veronese, 3.800 euro pagati. L’Usl reclama il danno derivato dal ridimensionamento del personale chirurgico a disposizione.

Processo per due

Lo scorso 15 novembre si è tenuta l’udienza preliminare. Il gup Margherita Brunello ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile dell’Usl 6 Euganea, rappresentata dal penalista Fabio Pinelli, e ha rinviato a giudizio i due medici. Anania Lamarina è difeso dagli avvocati Anna Maria Bisinella e Andrea Sanguin, il collega Guido Masiero dal penalista Gianni Morrone. Si va in aula per la prima udienza il 13 maggio. —


 

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