Inchiesta “Miami”, il pm chiede il processo per tutti gli indagati

arzergrande
Si è svolta ieri in tribunale a Padova l’udienza preliminare davanti al gup Margherita Brunello per l’inchiesta “Miami”. Il pm Benedetto Roberti ha concluso chiedendo il rinvio a giudizio per tutti gli indagati.
A rischiare il processo sono l’ex gioielliere di Arzergrande Ivone Sartori, 52 anni, da pochi mesi rientrato dagli Usa dopo due anni di latitanza, le figlie Nicole di 24 anni e Jamie Lee di 30, Alberto Bullo, 44, di Chioggia, Walter Favaro, 46, di Padova, Elisabetta Mirti, 43, di Torino, Tito Sala, 64, di Venezia (è primario di Otorinolaringoiatria a Piove di Sacco), Monica Donà, 55, di Codevigo, Tommi Burato, 39, di Codevigo, l’avvocato Valentino Menon, 58, di Codevigo, Agostino Luise, 50 di Piove di Sacco, Maria Manuela Borso, 53, di Cassola (Vicenza).
Associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio continuato e al reinvestimento con l’aggravante della transnazionalità è l’accusa che grava sugli indagati. Secondo il quadro accusatorio Sartori, Mirto, Bullo, Favaro e il primario Sala erano promotori, capi e organizzatori dell’associazione criminale finalizzata a raccogliere denaro proveniente da attività illecite ed evasioni fiscali da investire in compravendite immobiliari e attività finanziarie a Miami, in Florida. Era loro il compito di dirigere e controllare l’attività “materiale” svolta dai principali collaboratori, ovvero le figlie di Sartori, Donà, Burato, Borso, Luise e l’avvocato Menon.
La Procura contesta il trasferimento di 173 mila euro nel 2011 e il successivo reinvestimento nell’acquisto dell’edificio “Euclid Avenue” a Miami: i soldi erano del pasticciere piovese Augusto Destro, già condannato per estorsione. Altri soldi sarebbero invece riferibili all’evasione fiscale e infedele dichiarazione del redditi di Gabriella Berengo per oltre 370 mila euro: anche in questo caso sono stati reinvestiti per l’acquisto di immobili negli Usa. Nel 2011 sarebbero stati investiti oltre 2 milioni nel 2011 e altri 1,2 milioni nel 2012 provenienti dall’evasione fiscale di Michele Santinato. Nel mirino della Procura sono finiti anche una serie di bonifici tramite i quali i soldi riciclati sarebbero stati reimmessi nell’economia reale. I versamenti sono stati fatti a più riprese in favore della società “Laguna 4 srl” gestita da Walter Favaro e controllata da Ivone Sartori e Alberto Bulloe della “Naviglio snc “di Ivone Sartori e Jamie LeeSartori e nella gioielleria “Sartori”.
Ieri il pm Roberti ha concluso chiedendo il processo per tutti gli indagati. Oggi tocca alle difese e quindi sarà il gup Brunello a decidere se ci sarà il processo e a carico di chi. —
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