Incidente al parco dei Faggi, esposto in Procura: «Il pioppo schiantato aveva radici malate»

PADOVA Sono passati appena dieci mesi da quando il Comune era stato costretto a difendersi dall’accusa di aver tagliato tanto - anzi troppo, 22 alberi tutti in un colpo - nel parco storico dei Faggi. Eppure erano alberi malati, reduci da anni di incuria. E sono stati sostituiti in numero doppio, per ogni taglio due nuove piante. Ma l’arboricoltura non è una scienza esatta.
E sabato 26 settembre, accompagnata da due tecnici del Comune e dal direttore dei lavori tanto contestati un anno fa, l’assessore all’Ambiente Chiara Gallani se n’è resa conto una volta di più, mentre girava intorno al pioppo bianco che il vento ha schiantato sabato pomeriggio, mentre sotto si svolgeva una festa di laurea.
Il pioppo - hanno constatato i tecnici - presenta una diffusa carie causata da funghi. È una malattia che l’ha reso instabile ma che i monitoraggi non avevano permesso di rilevare anche perché il problema era nelle radici.
«Gli ultimi esami densitometrici sono stati fatti nel 2019», ha spiegato l’assessore, «e un nuovo controllo era stato fissato per il 2021. Purtroppo non c’è modo di individuare tutte le cause che determinano uno schianto. Gli alberi sono organismi viventi, possono cadere in tanti modi, non sempre prevedibili». I pioppi in particolare - hanno sottolineato i tecnici - sono più fragili dopo 30-40 anni. Crescono in fretta, fanno ombra e regalano aria fresca, ma dopo un tot di anni il loro ciclo vitale è praticamente concluso. «E qui dentro ce ne sono tanti», ha fatto notare la Gallani, «proprio perché è un parco storico».
Detto che i ragazzi colpiti dalle fronde stanno bene - qualche graffio e nulla di serio - ora il parco sarà chiuso e il Comune farà esaminare gli altri pioppi, a cominciare da quelli vicini all’esemplare caduto sabato, «perché potrebbero avere lo stesso problema alle radici», ha detto l’assessore. Che poi si è lasciata andare a una riflessione in più, sull’episodio di sabato: «Sono molto sollevata per il fatto che nessuno si sia fatto male.
Lo schianto non era prevedibile, ma sarebbe opportuno non stare sotto gli alberi in certe condizioni meteorologiche. Ci sono Paesi che fanno suonare le sirene e ordinano lo sgombero dei parchi con vento forte, forse anche noi dovremmo introdurre qualche regola per aumentare la sicurezza in condizioni eccezionali, quando anche l’albero più sano può cadere. Nella gestione degli alberi si può ridurre il rischio, ma azzerarlo è impossibile».
Tra i primi ad attaccare l’amministrazione c’è il consigliere comunale leghista Alain Luciani, che ha guidato l’Ambiente prima della Gallani. E che ora rivendica di aver fatto predisporre un progetto su tutti i parchi storici proprio per fronteggiare il fungo “Armillaria” di cui soffrono i pioppi. «Noi avevamo pianificato valutazioni anche strumentali», sostiene Luciani. «Questo cedimento era prevedibile perché in passato altri sono caduti. Perciò presenterò un esposto alla Procura affinché si valutino eventuali responsabilità».
Per Giacomo Cusumano (M5S), invece, «l’amministrazione dovrebbe ascoltare di più il Comitato Parco dei Faggi che conosce bene la situazione di quest’area ».
E «avere più cura di questo parco storico che è stato un po’ stravolto dagli interventi degli ultimi anni». Cusumano denuncia il fatto che «su 35 alberi piantati, un terzo sia già morto, con spreco di almeno 10 mila euro», e che «adesso il rischio è quello di far partire altri tagli, con un ulteriore impoverimento del patrimonio verde di quel parco». Da qui l’invito alla Gallani: «Ascolti di più i consigli».
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