Incontro tra forza e armonia così Taylor crea la bellezza

VICENZA. In occasione del ventesimo compleanno, VicenzaDanza, regala al pubblico una prima esclusiva per l’Italia: sul palco del Teatro Comunale di Vicenza, sabato si è esibita la Paul Taylor Dance Company, con un trittico sublime e rappresentativo di quella modern dance di cui Taylor è uno dei più grandi baluardi.
“Arden-Court”, la prima coreografia, su musica di W. Boyce, conduce subito lo spettatore sul pianeta che questo grande coreografo ha contribuito a creare: quello dell’armonia come vera “arma” speciale della danza per declamare la bellezza. Sei corpi maschili che si alternano in movimenti virtuosi eppur dosati, integrandosi poi con altri ballerini: si giunge ad un pas de deux da cui si percepisce il grande respiro coreografico. I due danzatori in scena non sono mai completamente avvolti l’uno all’altro, ma molto liberi, in un susseguirsi vicendevole di movimenti ariosi, comunicando il sereno senso di vitalità che Taylor vuole trasmettere.
La gioia arriva a lambire i margini del gioco, il gioco della velocità in cui due interpreti maschili si sfidano piacevolmente, con una rapidità che non intacca mai la purezza e la perfezione delle linee. Più intimista e nostalgico il sentimento che traspare da “Equinox”. L’eleganza regna vestita di bianco nello stile sobrio e puro della coreografia. La bellezza del movimento, la dinamica nello spazio, vengono esaltate come uniche protagoniste per trovare il culmine della loro espressione nell’assolo femminile che disegna armonia attraverso una forza muscolare mai sottolineata. È proprio la forza, invece, che scaturisce da subito in “Promethean Fire”. Fin dalle prime note della “Toccata e fuga in re minore” di Bach, sedici ballerini diventano scenografia con i loro corpi e le loro movenze.
Paul Taylor sembra aver adottato la tecnica del silenzio per esaltare una parola o un suono: ogni corpo è avvolto da un velluto nero, rappresentativo di un buio che avvolge anche l’umanità, mentre la luce è la nudità delle braccia, grandissime, bellissime. Forme meravigliose si compongono, perfette, precise, mai prive di energia, per infrangersi inaspettatamente e dissolversi con una naturalezza quasi magica prima di ricrearne subito di nuove. Questo grande coreografo porta in scena tutta la sua rigorosa esperienza con Martha Graham, arricchendola con la capacità di lanciare un messaggio personale. La storia della “sua” America, ha fatto sentire a Taylor la necessità di rappresentare la metafora di una umanità che cade, ma che attraverso i migliori valori risorge. L’artista erige sulle note di Bach, vere e proprie architetture di corpi che cadono ma risorgono, come solo una fantasia così geniale può fare, in uno splendido connubio con il grande cuore che vi pulsa dentro.
Annalisa Fortin
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