Indagine sui parchi fotovoltaici, tra i 37 indagati per truffa anche due cittadini dell’Alta

CARMIGNANO. Un sistema articolato per frodare lo Stato e portare a casa gli incentivi per l’energia solare, nella rete della Procura finiscono anche due uomini di Carmignano.
Tra il 2008 e il 2011, imprenditori, tecnici e funzionari pubblici avrebbero infatti messo in piedi un complesso meccanismo di frode finalizzato alla percezione – tutt’altro che dovuta – di incentivi economici per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico.
Il quadro preoccupante – in cui risulta coinvolta anche l’Alta Padovana – è emerso da un’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dalla magistratura di Bari, denominata Prometeo, che ha portato al sequestro preventivo «impeditivo» di dieci impianti fotovoltaici installati a Gravina in Puglia, e al sequestro «diretto» e «per equivalente» di beni per circa 40 milioni di euro. Nell’inchiesta sono indagate sei società e 37 persone sono accusate, a vario titolo, di falso aggravato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; coinvolti sono due cittadini di Carmignano, si tratta di Franco Favero, 52 anni, e del sessantenne Tiziano Meneghetti.
Nel dettaglio: l’inchiesta, durata tre anni, ha accertato che importanti gruppi imprenditoriali del Nord e Centro Italia, supportati illegalmente da imprenditori della provincia di Bari e da pubblici funzionari, avrebbero realizzato nel territorio barese tre parchi fotovoltaici simulandone la frammentazione, grazie alla produzione di atti pubblici macchiati di falso ideologico, in dieci impianti fotovoltaici contigui, ciascuno della potenza nominale inferiore alla soglia di 1 Mw.
In questa maniera, spiegano gli inquirenti, potevano «accedere al più agevole titolo autorizzativo della denuncia di inizio attività, trarre in inganno il gestore del servizio energetico e indurlo a corrispondere alle società incentivi economici non spettanti», quantificati fino all’ottobre 2018 in circa 40 milioni di euro.
L’esecuzione del provvedimento ha interessato 17 città in nove regioni d’Italia, in cui hanno sede le società coinvolte o sono residenti gli indagati: oltre al Veneto, Trentino, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria, Abruzzo. Sono stati sequestrati 417 immobili, del valore di circa 14 milioni di euro, quote societarie del valore di 1, 2 milioni di euro, 27 automezzi e 333 rapporti bancari. «Perfezionate le operazioni di sequestro», precisa la Procura in una nota, «gli impianti fotovoltaici saranno immessi nella disponibilità di due amministratori giudiziari già nominati che provvederanno alla loro gestione aziendale». ––
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