Indagini chiuse su Rampin e Bertipaglia

Oltre ai due ex sindaci di Polverara sono nei guai anche i titolari delle ditte a cui sono stati liquidati lavori mai eseguiti
Di Elena Livieri
BELLUCO.MUNICIPIO POLVERARA
BELLUCO.MUNICIPIO POLVERARA

POLVERARA. Dopo un anno di indagini arriva il rinvio a giudizio per gli ex sindaci di Polverara Sabrina Rampin e Olindo Bertipaglia e per i titolari delle ditte a cui sono stati liquidati i pagamenti per una serie di lavori pubblici in realtà mai eseguiti. Sono accusati a diverso titolo di abuso d’ufficio in concorso, falsità ideologica e peculato. Ed è solo il primo processo che vede sul banco degli imputati Rampin e Bertipaglia, perché agli stessi, che per quindici anni si sono avvicendati nei ruoli di sindaco e vicesindaco oltre che di responsabili del settore Lavori pubblici, oltre al rinvio a giudizio per i reati contestati dal pm Sergio Dini, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini per il procedimento penale seguito dal pm Maria D’Arpa che vede indagato anche l’architetto padovano Riccardo Meneghel.

Quella che investe il Comune di Polverara e i suoi ex amministratori, (Rampin dopo aver perso le amministrative dell’anno scorso, è capogruppo della minoranza in consiglio comunale) è un vero e proprio terremoto giudiziario. Le vicende a cui si riferiscono i reati sono varie e complesse. Di peculato in concorso sono accusati Rampin, Bertipaglia e il titolare della Eurosafe di Polverara Giuseppe Scarabello: quest’ultimo non avrebbe eseguito i lavori di recupero e riqualificazione dell’Antico Mulino che tuttavia gli sono stati pagati, la cifra accertata è di 28 mila euro, «pagamenti che per contro» sostiene l’accusa, «andavano a coprire il valore di lavori immobiliari effettuati in un immobile di proprietà di Bertipaglia». Con la Rampin sono poi accusati di abuso d’ufficio continuato in concorso lo stesso Scarabello, Filippo Pengo (Pengo Filippo sas) di Polverara, Roberto Palma di Galzignano Terme (Palma Costruzioni) e Moreno Chinello, anche lui di Galzignano. Rampin nella sua veste di sindaco, nonché responsabile del servizio Area Tecnica e lavori pubblici, avrebbe violato la legge nella scelta dei contraenti, nella redazione degli atti tecnici e amministrativi sia per le gare che per l’esecuzione dei lavori, procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale alle ditte. In particolare si parla di 39.900 euro in favore della ditta Palma per il restauro della Torre Colombara, mai eseguito; 29.238 euro per l’impianto elettrico esterno dell’Antico Mulino più altri 9.138 euro per l’impianto elettrico interno dello stesso e altri 9.567 euro per un impianto di illuminazione pubblica pagati alla Pengo Sas e mai eseguiti. Contestato anche l’esborso di 7.630 euro in favore dell’Eurosafe per «lavori di posa di tubo corrugato per predisposizione di nuovo tratto di pubblica illuminazione in via Pavane», mai fatto. Infine ci sono i 25.794 euro per l’isolamento termico del municipio e 30 mila euro per la tinteggiatura dell’Antico mulino pagati alla ditta Chinello Moreno e mai eseguiti. Rampin dovrà rispondere anche di falso ideologico per gli atti di liquidazione degli importi a favore delle ditte che attestavano falsamente che le opere erano state realizzate: fatti, secondo l’accusa «non corrispondenti al vero». Per tutti gli imputati il gup Lara Fortuna ha fissato l’udienza preliminare in camera di consiglio al primo luglio.

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