Industriali a pranzo alla mensa dei poveri «È un dovere essere vicini ai più fragili»

I vertici di Assindustria con Finco e Piovesana ieri alle Cucine Popolari: hanno donato una lavatrice e un’asciugatrice  
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FINCO E PIOVESANA ALLE CUCINE POPOLARI. CON DON MARCO E SUOR ALBINA
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - FINCO E PIOVESANA ALLE CUCINE POPOLARI. CON DON MARCO E SUOR ALBINA

L’INIZIATIVA

Una lavatrice e un’asciugatrice industriali per le Cucine Popolari. Questo il dono di Assindustria Venetocentro alla struttura di via Niccolò Tommaseo che dal 1882 offre pasti e supporto ai padovani in difficoltà.

Una storia lunga quasi 150 anni, fatta di solidarietà e di un impegno che coinvolge una parte importante della società padovana, imprenditori inclusi. Proprio ieri a partecipare al pranzo delle Cucine Popolari erano presenti i vertici dell’associazione degli industriali di Padova e Treviso. Massimo Finco e Maria Cristina Piovesana, accompagnati dal direttore dell’associazione Giuseppe Milan, si sono seduti a tavola a fianco di senza tetto e migranti, famiglie rimaste ai margini, minori in stato di indigenza. L’occasione è stata l’inaugurazione di un nuovo spazio dedicato al lavaggio dei vestiti di quei molti utenti delle Cucine che fino ad oggi avevano potuto lavare i propri vestiti solo a mano, nei seminterrati dell’edificio di via Tommaseo. Ora è stata ricavata al pian terreno una nuova piccola struttura interna attrezzata, i cui costi sono stati coperti in toto dalle donazioni raccolte dagli industriali durante il Gran Galà di Natale del 2018. Ma l’occasione è stata pure quella di un confronto non sempre scontato tra imprenditori ai vertici della vita economia e comunitaria e i rappresentanti di una fascia di popolazione che vive difficoltà molto lontane dalla quotidianità dei capitani d’industria. «Non è la prima volta che vengo alle Cucine Popolari» ha detto il vicepresidente vicario di Assindustria Venetocentro Massimo Finco «ma ogni volta mi colpisce l’efficienza e la serenità di una struttura che offre il suoi aiuto alla parte più fragile della nostra comunità. Ogni volta, confesso, mi sento anche un po’ in colpa, come se non facessimo mai abbastanza. Il compito di un imprenditore è quello di far funzionare le aziende al meglio, ma da cittadini è nostro dovere partecipare alla vita di una società fatta anche di persone che vivono momenti difficili». Ed il dono è stato gradito dai senzatetto che da tempo usano la lavanderia delle Cucine Popolari. «Poter lavare qualche vestito è un piacere difficile da permettersi quando vivi in strada» hanno detto Nicnil e Mattew, ospiti delle Cucine Popolari per pranzo. «È bello che qualcuno ci aiuti. Lavare a mano è faticoso ma si può fare. Però potere asciugare rapidamente l’unica giacca che hai è proprio utile. Questa per tanti di noi è una casa, un appoggio che salva la vita quando hai fame, quando stai male o hai troppo freddo».

Le Cucine distribuiscono oltre 400 pasti al giorno, hanno un servizio medico di base a cui hanno avuto accesso, da marzo ad oggi, circa 1300 persone, ma si occupano pure della distribuzione di vestiario per adulti e bambini, del lavaggio e del deposito dei vestiti, di supporto legale e molto altro ancora. «Possiamo contare su oltre 100 volontari e 8 operatori stabili, una trentina di medici volontari, avvocati» ha spiegato suor Albina, responsabile della struttura. «Questo nuovo spazio lavanderia è un dono importante che metteremo a disposizione di chi non potrà fare diversamente. Vogliamo aiutare chi tra i nostri utenti, soprattutto senzatetto, necessita di vestiti puliti e un piccolo canto per riporre qualche abito di ricambio. La pulizia personale è uno dei primi passi per ottenere un po’ di dignità, confrontarsi con gli altri e reinserirsi. L’aiuto di Assindustria è stato prezioso ed è stato un piacere ospitarne i vertici. Vorremmo che le Cucine Popolari fossero sempre più un connettore tra mondi diversi che fanno parte integrate della stessa comunità». —

Riccardo Sandre

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