Infermieri, saltano ferie e straordinari

La Cisl denuncia: «Scibetta pensa all’immagine, ma l’organizzazione è nel caos: i lavoratori dovranno saltare le vacanze»

Da fuori la torre dorata risplende. Dentro, il caos. L’Usl 6 Euganea, iper-attiva nei social dove quotidianamente rilancia le sue eccellenze condite da numerose foto con il direttore generale Domenico Scibetta sempre in prima fila, questo mese non paga gli straordinari al personale di comparto – 6. 500 lavoratori tra infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e amministrativi – e agli stessi dipendenti non permette di poter organizzare e godere delle proprie ferie. Colpa delle carenze croniche di personale cui si cerca di mettere qualche pezza con assunzioni che, tuttavia, a malapena garantiscono il turn over con i pensionamenti.

«Questa situazione tuonano Michele Roveron e Fabio Turato della Cisl, «rappresenta l’immagine simbolo che ha ci ha consegnato la stessa direzione generale nel corso dell’incontro avuto con le rappresentanze sindacali il 20 marzo. È un’organizzazione bloccata, non si sa se in attesa o in paralisi, molto attenta a gestire l’immagine esterna, veicolando messaggi che raccontano di un Eden che però non esiste. Non mettiamo in discussione la qualità dei servizi che è eccellente, tuttavia bisognerebbe chiedersi quali sacrifici si chiedono al personale e in quali condizioni lo si fa lavorare. C’è stata grande preoccupazione nel definire un regolamento di comportamento» sottolineano i sindacalisti, «mentre, nonostante i ripetuti solleciti, non abbiamo ancora alcun accordo sul part-time, sulle indennità e sul conferimento degli incarichi di coordinamento. Dopo un anno di commissariamento e un anno e mezzo di gestione unitaria, ci troviamo da una parte, nei reparti, una disorganizzazione diffusa generata da una mancata programmazione. Ad oggi, causa la cronica carenza di personale, non si riesce a garantire ai lavoratori di tutta l’Usl la garanzia del diritto ai riposi - con continui richiami in servizio - e le ferie estive. Dall’altra, nei servizi amministrativi, i 758 dipendenti del settore lavorano in continuo affanno in attesa di un salvifico, sempre annunciato, e mai presentato piano organizzativo». Nei distretti, secondo la denuncia della Cisl, manca personale in anagrafe, l’ufficio Previdenza ha solo due dipendenti per gestire le posizioni di 7.500 persone e ci sono casi di lavoratori andati in pensione le cui pratiche per ottenere liquidazione e pagamento non sono stata ancora ultimate.

«La Regione» aggiungono Turato e Roveron, «ha autorizzato una sessantina di assunzioni di personale di comparto che corrispondono tuttavia ai pensionamenti già avvenuti e non portano alcun un contributo aggiuntivo alla pianta organica. Il vero dato è che nei reparti si continua a lavorare con una media di un centinaio di professioni sanitarie in meno e non vengono sostituite le maternità, le aspettative e le malattie lunghe garantendo i servizi con il ricorso agli straordinari e a una forma di pronta disponibilità coatta non pagata. Così non si può continuare. Auspichiamo che il direttore generale possa nel futuro più prossimo pensare meno all’apparenza e più alla sostanza».



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