Ingannava le banche L’artista della truffa tradito dall’impronta

Un artista della truffa: Giovanni Amore, 41 anni, moglie e figli a Casoria, girava per l’Italia ingannando le banche. Lo faceva con una nonchalance tale da permettersi di entrare finanche negli istituti di credito senza bisogno di travestirsi. Una volta presentandosi come Salvatore Malafronte, un’altra come Domenico Manna, un’altra ancora come Massimo Maida. E ogni volta presentando documenti (patenti di guidata), talmente false da sembrare vere. La sua sicurezza, tuttavia, l’ha tradito.
Dopo sei truffe andate a buon fine, infatti, la settima gli è stata fatale. Bravi sono stati gli agenti della Scientifica di Padova a scoprire impronte parziali su due assegni clonati che aveva tentato di «spacciare» il 21 e il 22 giugno scorso alla Cassa di Risparmio del Veneto di Prato della Valle e della filiale di Crediveneto Credito Cooperativo, Piazza delle Erbe. Impronte che inserite nel «cervellone» hanno fatto uscire il nome di Giovanni Amore. Dopo nove mesi d’indagine, quindi, gli agenti della Squadra Mobile di Padova diretti dal vicequestore aggiunto Marco Calì hanno individuato e arrestato l’uomo (l’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata richiesta dal sostituto procuratore Vartan Giacomelli e firmata dal gip Lara Fortuna) con l’accusa di truffa, ricettazione, falsificazione di documenti e spendita di assegni falsi. Ironia della sorte, sono proprio gli ultimi tre reati ad aver inguaiato Amore. Con solo la truffa, infatti, nessun giudice avrebbe mai firmato un provvedimento restrittivo.
Secondo l’accusa fra il 14 e il 17 giugno Giovanni Amore avrebbe aperto sei conti correnti in altrettanti istituti di credito di Padova, «drenando» fondi per circa 20 mila euro. La tecnica era semplice: Giovanni Amore si presentava in banca spiegando di essere un imprenditore. E chiedendo di aprire un conto. Per farlo depositava assegni che variavano dai 50 ai 276 mila euro. Ovviamente si trattava di assegni «clonati».
Questi gli istituti padovani truffati: Unicredit di via Rezzonico, Antonveneta di piazzale Stazione, Antonveneta di via Facciolati, Deutsche Bank di piazza delle Erbe e piazza De Gasperi e l’Unicredit di piazza Cavour.
Paolo Baron
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