Inquinamento, sui blocchi anti-smog comuni in ordine sparso

In Provincia la riunione di sindaci e assessori della cintura: la Regione chiede i blocchi ma molti sono per il no. L'assessore di Padova Gallani: "Servirebbe fare fronte comune"

PADOVA. Comuni in ordine sparso sulle limitazioni del traffico in funzione antismog previste dalla Regione e obbligatorie per i centri oltre i 30 mila abitanti. Che però per la provincia euganea vuol dire solo il capoluogo Padova. Per il resto la decisione di chiudere al traffico alcune strade alle Euro3 (e nei casi di grave inquinamento anche alle Euro4) è una facoltà che rimane ai sindaci. E molti primi cittadini dicono no.

Il "pacchetto base" di Venezia. Le richieste della Regione sono quelle di accettare l'accordo del "bacino padano" che riguarda non solo Veneto ma anche Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. E l'applicazione integrale dell'accordo prevede il via ai blocchi delle auto inquinanti già dai primi giorni di ottobre e fino al 31 marzo. Coinvolti ci saranno 150 mila veicoli, cioè i mezzi a benzina Euro0 e Euro1, quelli diesel Euro0, Euro1, Euro2 e Euro3. L’orario sarà dalle 8.30 alle 18: scompare quindi la pausa pranzo di libera circolazione dalle 12.30 alle 15. Così come scompare lo stop natalizio alle limitazioni che fino allo scorso anno scattava da metà dicembre fino a dopo l’Epifania.

Lo stop alle Diesel Euro4 con l'emergenza.Queste le regole base, che nella metafora del semaforo usata dall’anno scorso corrispondono alla luce verde. Quando la situazione diventa “arancione”, cioè dopo 4 giorni consecutivi di superamento del limite di legge per il Pm10 (50 microgrammi per metrocubo), verranno bloccate anche altri 77 mila mezzi diesel Euro4. Non è un’eventualità rara: lo scorso anno è accaduto una decina di volte.

L'assessore di Padova Gallani: "Fare fronte comune contro lo smog"

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