Integrazione è imparare a non soffiarsi il naso

Antonietta Pastore
La traumatica scoperta che soffiarsi il naso è da maleducati, lo smarrimento di fronte agli ideogrammi, una gita alle terme con gli studenti, una disavventura al parcheggio. Brevi racconti in grado di fotografare gli spaccati di vita di una donna occidentale «ospite» del Giappone fra la fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 80. Il percorso di integrazione narrato da «Leggero il passo sui tatami (Einaudi, 2010) di Antonietta Pastore, conquista la giuria del premio Settembrini. La 48esima edizione del concorso dedicato a Leonilda e Arnaldo Settembrini e promosso dalla Regione Veneto, assegna alla scrittrice laureata in Pedagogia a Ginevra, il premio di 7 mila euro, riconoscendole unanimemente «la qualità della scrittura, nitida, concreta, delicata, puntuale» e l'attualità dell'argomento trattato nei racconti: l'integrazione, appunto. Per la giuria - composta da Gian Antonio Cibotto, Giorgio Pullini, Mario Baudino, Giancarlo Marinelli, Laura Lepri e Tiziana Agostini - Antonietta Pastore, che ha vissuto in in Giappone per sedici anni, con questi racconti «affronta più che il fascino, la fatica di apprendere usi e costumi diversi, come la lingua e la scrittura. Il libro, dunque, ci fa riflettere sulle difficoltà di chi viene in Italia da straniero». Da parte sua, l'autrice si definisce «lusingata per il premio, considerata la qualità dei concorrenti». E poi traccia gli obiettivi di «Leggero il passo sui tatami». «E' un percorso di integrazione in una società molto diversa dalla nostra. Dopo sette anni che stavo in Giappone, ho capito che soffiarsi il naso in pubblico è da maleducati. Nessuno me lo aveva fatto notare prima, per non mettermi a disagio, fino a che una bambina non ha detto "che schifo"». Il premio Settembrini ha riservato un riconoscimento anche a «Ragazze del Nordest» (Marsilio, 2010), di Romolo Bugaro e Marco Franzoso, «promossi» dalla giuria dei giovani composta da cinque studentesse di licei veneziani. Bugaro e Franzoso raccontano con un linguaggio narrativo, le diverse storie di nove giovani donne in un Nordest sempre più invischiato in continue trasformazioni. Nella cinquina dei finalisti rientrano anche «Il vento e la moto» (Garzanti, 2008) di Grazia Livi», «Storie di badanti, Ljuba e le altre» (Supernova 2010) di Rosella Mamoli Zorzi e «Il rosso attira lo sguardo» (Mondatori, 2008) di Margherita Oggero. (g.cod.)
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