Inutile silenzio di Guerrato, l’irriducibile

È l’unico che non ha mai parlato, ora è libero. Possibile un nuovo interrogatorio per l’imprenditore

PADOVA. È stato un po’ di giorni agli arresti domiciliari, poi è tornato libero. E senza dire una parola. L’imprenditore Saverio Guerrato, 53 anni, rodigino, non ha mai aperto bocca davanti ai militari della Guardia di finanza che stanno indagando sul sistema di tangenti ad Abano e Montegrotto. Non ha rivelato nulla nonostante, secondo l’accusa, abbia pagato mazzette per 120 mila euro all’ex sindaco Luca Claudio.

Ora però c’è un piccolo problema, perché i suoi silenzi sono stati colmati dalla memoria difensiva di Claudio. In quelle sei pagine lui stesso ammette di aver ricevuto la tangente da Guerrato. Della serie: “Era lui che mi pagava, io ho solo incassato”. Insomma, alla luce dei fatti si profila la necessità di un nuovo interrogatorio per l’imprenditore di Rovigo.

Saverio Guerrato è difeso dall’avvocato Fabio Pinelli. Il suo legale l’ha fatto avvalere della facoltà di non rispondere e nonostante questo ha ottenuto la sua liberazione dal tribunale del Riesame veneziano. È indagato (con lui anche il padre Luciano) per la tangente da 120 mila euro pagata per ottenere l’appalto milionario dell’illuminazione pubblica a Montegrotto. Il gip scrive nell’ordinanza: «Per anni ha versato somme a Luca Claudio, camuffandole con fatture per consulenze inesistenti... Non una parola è stata spesa dalla società Guerrato per rendere conto e ragione di quei versamenti. Saverio Guerrato ha preferito negare l’evidenza, pur di mantenere il sistema corruttivo che gli è valso l’affidamento di un appalto da 10 milioni di euro». L’appalto, in realtà, era di 10 milioni di euro in 10 anni prorogabile di altri 5, per un totale di 15 anni. E aveva per oggetto la riqualificazione energetica degli edifici comunali e dell’impianto di illuminazione a Montegrotto.

Saverio Guerrato è figlio del commendator Luciano, colui che creò il colosso di famiglia ma che pure ebbe qualche guaio con la giustizia nel lontano 1993 nell’ambito di una delle tante inchieste di “Mani Pulite”. Finì in carcere nel caso dell’appalto del nuovo ospedale di Castelmassa che coinvolse l’allora assessore regionale alla Sanità Luigi Covolo, socialista, e il segretario del Pds polesano Gianni Magnan. Saverio ha sviluppato l’attività creata dal padre in più settori. Di recente la Guerrato ha ceduto al fondo inglese Equitix il 54% di Asolo Hospital Service, società che ha ampliato gli ospedali di Castelfranco e Montebelluna.

Guerrato era rimasto invischiato anche nell’inchiesta del Mose, condotta sempre dalla Guardia di finanza. Era però riuscito a cavarsela sempre grazie ai suoi silenzi.

Stavolta però pare sia stato colto in contropiede dalla mossa di Claudio, che ha ammesso candidamente di aver accettato quei soldi dalla sua azienda. Non è escluso che anche lui, come già annunciato in passato dal suo difensore Pinelli, scelga di depositare una memoria difensiva.

Enrico Ferro

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