Invitati a casa di Ippolito Nievo
Domenica la giornata del Fai: si apre Palazzo Mocenigo

Il Fai (Fondo Ambiente Italiano) celebra il 26 e il 27 marzo la diciannovesima giornata di primavera. A livello nazionale saranno attivati 660 siti rilevanti per le emergenze artistiche o per il valore del paesaggio. In città la delegazione padovana, presidente Giulio Muratori, organizza visite guidate al Museo del Risorgimento, al Pedrocchi e a palazzo Mocenigo-Querini, oggi Casa della Studentessa «Lina Meneghetti», gestito dall'Esu. Sono luoghi legati alla ricorrenza dell'Unità d'Italia. Ieri l'assessore Andrea Colasio ha ricordato che la grande festa per il compleanno del nostro Paese, unito e liberato, ha indotto una straordinaria partecipazione di pubblico: 5000 i visitatori al Museo del Risorgimento, 10.500 in Salone. Nelle visite guidate di sabato e domenica (fino alle 16) la delegazione padovana di Fai collabora con l'assessorato comunale alla Cultura, con l'Esu e vede anche la partecipazione come «apprendisti ciceroni» degli studenti del Tito Livio, del Liceo Scientifico Rogazionisti e del Pertini di Camposampiero. Palazzo Mocenigo, in via Sant'Eufemia, realizzato, almeno a livello di consulenza, dall'architetto padovano Andrea Palladio, culmina in una smilza torricella che pare un dito indice levato verso il cielo. Qui nacque il 30 novembre del 1831, Ippolito Nievo, scrittore, giornalista, garibaldino, combattente a Palermo e a Calatafimi, tesoriere ed amministratore della spedizione dei Mille. Il primo amore di Nievo fu Matilde Ferrari a cui scrisse 69 lettere, in cui il sentimento si mischia all'esercizio letterario; più tardi lo scrittore conosce a Milano Bice Melzi. Anche con lei il rapporto è intenso e chiosato da scritti. Il capolavoro di Nievo è Confessioni di un Italiano che viene pubblicato postumo. All'esterno del palazzo una lapide ricorda Nievo e recita: «Ai canti, alle armi, alla gloria, agli abissi del mare». La notte del 4 marzo del 1861 il vapore «Ercole» che prestava servizio dalla Sicilia a Napoli, si inabissa al largo della costa sorrentina. Lo scrittore padovano era a abordo e portava denaro e documenti, con lui una piccola ciurma di camicie rosse. I resti della nave e i corpi degli uomini non furono mai trovati, scomparsi nel nulla. L'Ercole diventa una nave-fantasma. Fu questa la prima strage di Stato italiana? Ce n'è il sospetto, potrebbe essere stata decisa dal potere piemontese per liquidare la sinistra garibaldina. Questa tesi è esposta nello splendido libro di Stanislao Nievo, Il prato in fondo al mare e nel recente romanzo di Umberto Eco Il cimitero di Praga. A Palazzo Mocenigo morì il 5 luglio 1708 Ferdinando Carlo Gonzaga, ultimo duca di Mantova e abitò a lungo Luigi Luzzatti, allora docente all'ateneo padovano. Insomma, il Mocenigo-Querini è un concentrato di storia e di memoria: un misterioso giardino, sconosciuto ai più, incornicia la facciata, dentro è un trionfo di affreschi, tutti sottoposti a restauro perché tutti accuratamente scialbati. Vi dipinsero Giambattista Zelotti, Eliodoro Forbicini, Benedetto Caliari. Nella stanza del camino si trovavano le tele di Stefano dell'Arzere. Della casa Luzzatti scrive: «E' pregna di una singolare atmosfera con l'ampia fronte raccolta in una torre a guisa di tempio, alberi annosi ai due lati e una gran pace all'intorno». C'è un platano mastodontico che dà su via Morgagni, un albero storico e di età veneranda sul quale pare che il cane di Nievo abbia sollevato la zampetta. La parte ipogea sembra «popolata» da rovine romane, bizantine e dell'alto medioevo. E' stato fatto un recente sopralluogo del Gruppo Speleologico del Cai di Padova che allestirà una mostra fotografica. Ai visitatori sarà chiesto un contributo volontario.
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