«Io, schiavo moderno vi racconto la mia storia»

MONTEGROTTO TERME. Uno schiavo moderno. Così si definisce Paolo Sinigaglia, 40 anni, disoccupato padovano che ieri pomeriggio è stato invitato a raccontare la sua vicenda umana e professionale davanti ai riflettori di “Pomeriggio Cinque”, la trasmissione televisiva condotta da Barbara D’Urso su Canale 5. Complici i ritmi televisivi, ha potuto raccontare ben poco ai telespettatori: raggiunto al telefono è assai più prodigo di particolari, ma («per ora» dice) non vuole rivelare l’identità del datore di lavoro che l’avrebbe sfruttato: «Ho lavorato per due anni in un’ azienda agricola sui Colli Euganei, una fattoria didattica tra le più grandi e conosciute di Montegrotto Terme» racconta Sinigaglia «Ero addetto alla custodia degli animali, soprattutto dei cavalli, ma anche alla coltivazione dei campi, alla cura del bosco della tenuta: lavoravo praticamente 24 ore su 24». Stalliere, boscaiolo, coltivatore, ma anche custode dell’azienda, tanto che Sinigaglia dal dicembre 2011 al mese scorso ha vissuto in una dependance dell’azienda. Il tutto per uno stipendio di 600 euro, con tanto di busta paga. Conti effettivi alla mano, 50 centesimi all’ora. «Ovviamente le ore conteggiate erano molte meno di quelle che effettivamente lavoravo» continua «Non godevo inoltre di alcuna libertà personale: il cellulare aziendale che ero tenuto a portare sempre con me serviva alla datrice di lavoro come un geo-localizzatore. Era in grado di vedere sempre dove mi trovavo, giorno e notte». Una sera Sinigaglia si era allontanato dalla sua sede di custodia (uno stabile, peraltro, comunicante con l’abitazione dei padroni) ed era stato raggiunto in pochi minuti da una chiamata della titolare: «Mi ha detto che sapeva dov’ero, e che dovevo ritornare a casa a fare il mio dovere». Per qualche tempo, inoltre, il quarantenne ha potuto ospitare la figlia nella dependance, poi i suoi padroni glielo hanno vietato. «Non mi sono mai potuto ribellare perché avevo bisogno di quei soldi: la mia situazione economica è veramente disastrosa, e sapevo che non avrei potuto trovare facilmente un altro lavoro». La fine del calvario di Paccagnella è arrivata lo scorso 9 agosto: «Sono caduto da un carretto in cui stavo sistemando la paglia. Ho avuto serie conseguenze al tendine della spalla e al crociato laterale: il chirurgo mi aveva dato 28 giorni di prognosi». I sui titolari non hanno avuto pietà: «Mi hanno detto: ”O dai le dimissioni, o sali ancora su quel carretto”. Il male era troppo forte, e lì ho deciso di ribellarmi». Sinigaglia si è rivolto a Federcontribuenti, che ha preso le parti del lavoratore affidando all’avvocato Carla Favaron l’istruzione di una causa di lavoro per far recuperare all’uomo straordinari e ferie non godute. «C'è chi accetta condizioni di lavoro al limite della schiavitù» commenta Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti «Anche questo è crisi, e pensare che fino a quattro anni fa si parlava ancora di miracolo del Nordest e locomotiva d'Europa. Vorrei che gli stessi che teorizzavano la superiorità cultural-economica del Veneto mi spiegassero dove sono andati l'imprenditoria diffusa e la capacità continua di innovare».
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