Jacopo, quel vescovo veneziano da mercante ad ammiraglio papale

JACOPO PESARO La mostra non solo consente di ripensare lo stile e la datazione del quadro di Anversa, ma anche di riallacciarsi agli avvenimenti che ne determinarono la commissione. Nella seconda metà del XV secolo la corte pontificia era molto preoccupata per l’avanzata turca. Agli inizi del secolo successivo iniziano le trattative che vedono gli Stati della Chiesa e la Repubblica di Venezia unirsi per fermare gli Ottomani. Il 30 maggio del 1501 Alessandro VI proclama la triplice alleanza con l’Ungheria e la Serenissima. I fondi lasciati dal cardinale di Verona Battista Zen permettono di equipaggiare venti galere per la guerra turca. Morto il laico comandante della flotta papale Ludovico del Mosca, il papa Borgia rivede la sua strategia per le nomine navali. Rimette in auge l’antica abitudine di nominare un ecclesiastico a capo delle forze pontificie. Arriva così il momento di Jacopo Pesaro (1464-1547), il vescovo di Pafo, “nunzio et commissario” della flotta, sotto il comando generale del cardinale Pierre d’Aubusson, diventato cardinale per avere difeso vittoriosamente l’isola di Cipro dai turchi. A differenza del cardinale francese, Pesaro non è un eroe militare. Ma ha gli agganci giusti, tali da farlo nominare da Alessandro VI nunzio, con l’incarico di coordinare l’equipaggiamento delle galere pontificie che dovevano partecipare alla crociata contro gli ottomani. Jacopo apparteneva al ramo “dal Carro” della famiglia Pesaro. In gioventù partecipa ai traffici marittimi del clan familiare, raggiungendo importanti profitti. Non si sa perché abbia deciso di abbracciare la carriera ecclesiastica. Quando nel 1495 è nominato vescovo della città cipriota di Pafo, risulta già iscritto come chierico agli ordini minori. Lo si ricorda come maestro delle cerimonie presso il cardinale Domenico Grimani, che nel 1503 diventa protettore dell’Ordine francescano. E non è casualmente che il suo maestro delle cerimonie provenisse da una famiglia molto vicina alla principale chiesa francescana di Venezia: Santa Maria gloriosa dei Frari. Esponenti della famiglia Pesaro affidano a Giovanni Bellini l’incarico di dipingere il trittico della sagrestia. E lo stesso Jacopo in persona avrebbe poi commissionato a Tiziano la sfarzosa Madonna di Ca’ Pesaro.
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