La banda dei predoni moldavi rischia di finire a processo

Il pm Benedetto Roberti ha chiuso l’inchiesta  contestando la ricettazione e il furto aggravato. Tutto è partito dai carabinieri
Cristina Genesin

ALTA PADOVANA

C’è chi è specializzato nei colpi ai bancomat; chi nelle razzie in negozi e abitazioni. Per la banda dei moldavi – un gruppo di sette connazionali tutti residenti nel Padovano – il settore operativo erano le ditte di spedizione anche se non mancano nel loro “portafoglio clienti” altre ditte o negozi: entravano di notte nei magazzini e ripulivano i camion che erano stati caricati di merce pronta per essere portata a destinazione con partenza all’alba oppure le aree in cui i prodotti venivano stoccati. Purtroppo quando il magazzino veniva aperto (nel caso di ditte di spedizione) e l’autista si avvicinava al mezzo per salire a bordo, la brutta sorpresa: la merce era sparita per un valore di decine di migliaia di euro.

L’inchiesta nei confronti del gruppo crimninale è stata chiusa. E ora il pm padovano Benedetto Roberti si prepara a chiedere il processo. Rischiano di finire sul banco degli imputati Vasile Cebanu, 31enne residente a Padova attualmente sottoposto all’obbligo di dimora nella città del santo; Verjinel Daraban, 35enne irreperibile dal 30 giugno scorso; Nicolae Panco, 27 anni di Bologna con obbligo di dimora nel capoluogo emiliano; Igor Cretu, 40 di Montegrotto Terme; Ana Malenchi, 34 di Padova; Irina Gonta, 31 di Cadoneghe e infine Veaceslav Gutuleac, 31 di Padova.

I reati contestati sono il furto aggravato e la ricettazione. Il bottino veniva poi rivenduto su piattaforme online, una sorta di mercato clandestino che faceva finire i prodotti all’estero. Prodotti nel frattempo custoditi nel magazzino adiacente all’abitazione di Irina Gonta: erano le due donne che principalmente si occupavano di mettere gli oggetti in vendita anche attraverso un noto sito. L’inchiesta prende avvio da un controllo dei carabinieri di Cittadella che trovano un autocarro in sosta nel parcheggio del centro commerciale Le Centurie a San Giorgio delle Pertiche: è il 13 gennaio scorso. Il mezzo risulta rubato il giorno prima nella ditta Marr di Anzola dell’Emilia (Bologna). È vuoto e dalle telecamere dell’area si nota che era arrivato scortato da un’auto “staffetta”. L’autista era sceso dall’abitacolo dell’autocarro e poi era salito nella macchina che risultava intestata a Cebanu (e lui era al volante). Così vengono piazzate delle telecamere davanti all’abitazione di quest’ultimo a Padova in via Dignano e si scopre come usciva sistematicamente per la consegna di merce (batterie per auto, ma nel bottino risultano scarpe e borse firmate, prodotti per fumatori e altro). Il sospetto? È merce rubata. Così tra intercettazioni e appostamenti si scoprono una serie di colpi nelle ditte Gls Enterprise srl e Brands Industry, entrambe di Limena, il 17 gennaio; “noicompriamoauto.it” di Vigonza tra il 21 e il 22 gennaio, “Kasa” di Guardamiglio (Lodi) il 15 febbraio; l’Interporto di Padova il 27 febbraio. —



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