«La barca di Aldo e Antonio è stata speronata da un cargo»

Dopo mesi di silenzio potrebbe esserci una svolta nel giallo dei due velisti scomparsi nell’oceano Atlantico il 2 maggio scorso, al largo delle isole Azzorre. La barca a vela con cui lo skipper ligure Aldo Revello, 23 anni, e il marinaio originario di Bovolenta Antonio Voinea, 31 anni, stavano concludendo la traversata dell’Atlantico potrebbe essere stata speronata da un cargo pirata, stando a un messaggio anonimo, scritto in inglese, arrivato via Messenger a Rosa Cilano, la moglie di Revello, circa un mese fa.
Non si tratterebbe dunque di un naufragio per un improvviso e inaspettato cedimento strutturale ma di un incidente, però senza alcun soccorso. «Aldo è morto, affondato insieme alla sua barca dopo una collisione con una nave da carico» scriveva l’anonimo testimone nascondendosi dietro un profilo fasullo. Immediatamente Rosa aveva rilanciato la segnalazione aggiungendo un accorato appello “aiutateci a trovare la verità”.
Dopo quasi un mese di ulteriori ricerche e approfondimenti ora sembra aprirsi uno spiraglio che getta una nuova luce sulla misteriosa scomparsa della barca, in un giorno di bel tempo, segnalata solo da un breve Sos. Lo lascia intendere la moglie dello skipper convocando la stampa per oggi, in provincia di La Spezia, con queste scarne parole: «A quasi 180 giorni dal naufragio i racconti di alcuni testimoni ricostruiranno gli avvenimenti e indicheranno responsabilità. Testimonianze che sono confluite nel dossier di denuncia presentato per la famiglia alla Procura di Roma dall’avvocato Riccardo Egidi».
Di più Rosa non aggiunge, mentre qualche giorno fa aveva affidato alla sua pagina Facebook un ennesimo appello: «Gli uomini di mare sono gocce della stessa onda, uniti dal lavoro, dal senso del dovere o più semplicemente da una passione incontrollata. Chi tace sapendo fatti e dettagli su ciò che in mare accade, rinnega la sua stessa appartenenza, rinnega il suo appartenere alla grande famiglia del mare. Tu che stai leggendo, sai e taci, guarda dentro te stesso. Non essere un complice».
A Bovolenta i familiari di Antonio Voinea avevano accolto con stupore la rivelazione, non nascondendo le proprie perplessità. Assistiti dall’avvocato Matteo De Poli, i congiunti di Antonio, avevano fin dall’inizio della scorsa estate formalizzato la denuncia di scomparsa del marinaio, chiesto alla Procura di Roma di aprire un’indagine sulla scomparsa in mare e cercato di fissare un colloquio con il pubblico ministero. «Speriamo in ogni iniziativa che sia utile ad accertare cosa sia accaduto ad Antonio e Aldo» dicono i familiari «Auspichiamo che tutti coloro che sono in possesso di informazioni utili le forniscano agli inquirenti. Rivolgiamo un accorato appello alla Procura di Roma affinché faccia tutto il possibile per accertare i fatti, qualunque essi siano, al più presto».
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