La cimice d’Asia punta i frutteti divorata una mela su due
MONTAGNANA
Una mela su due vittima della cimice asiatica. I timori delle associazioni di categoria sono stati confermati: l’insetto “alieno” che arriva dall’Oriente ha colpito anche le mele, causando un vero disastro sui frutteti del Montagnanese.
Un disastro
Confagricoltura Padova è chiara: «Dalle mele estive Gala alle Stark Delicious, arrivando alle Golden che sono in raccolta e alle Fuji che si raccoglieranno tra un paio di settimane, gli insetti hanno causato un danno mediamente del 50 per cento. E già si teme la stessa fine per i kiwi, che si raccoglieranno in autunno». È l’ennesimo ingente danno causato da un insetto, come spiega Davide Gemmo, frutticoltore montagnanese e consigliere di Confragricoltura: «Prima abbiamo lasciato sugli alberi le ciliegie, flagellate dalla “drosophila suzukii” (il moscerino dei piccoli frutti, ndr). Poi abbiamo buttato via tutto il raccolto delle pesche, divorate dalle cimici. Lo stesso è successo alle pere e adesso tocca alle mele. Le punture dell’insetto fanno marcire i tessuti in formazione causando un effetto sughero. Non sappiamo neppure se questa frutta verrà acquistata dall’industria da trasformazione per la purea o il succo».
prezzi in picchiata
E dove non arriva la cimice ci pensa il mercato, basti pensare al prezzo in ribasso delle Golden, che quest’anno è sceso in picchiata: in media 18 centesimi al chilo (22 solo per i grossi calibri) a fronte di un costo di produzione di 25-30. Il mercato è invaso dalle mele di qualità scadente della Polonia – denuncia Confagricoltura– che hanno quasi azzerato i prezzi del prodotto da industria e da succo, e anche da quelle dell’Alto Adige, che stanno riempendo gli scaffali dei supermercati. Un 2017 orribile, anche se la superficie coltivata a melo risulta in aumento nel Padovano (360 ettari, +2,9%, secondo Veneto Agricoltura).
il censimento
Da Coldiretti Padova arriva invece la notizia dell’avvio del censimento delle aziende colpite dalla cimice asiatica, passaggio fondamentale per indirizzare le risorse del piano di sviluppo rurale e incentivare la ricerca. Ricorda Massimo Bressan, presidente provinciale di Coldiretti: «A Padova abbiamo oltre 700 ettari di coltivazioni di mele e pere e il problema della cimice è emerso negli ultimi tre quattro anni. Ora l’insetto che non teme il freddo dei nostri inverni sempre più miti si sta diffondendo e la preoccupazione cresce fra i produttori. Ogni femmina depone fino a 400 uova per volta. Qui abbiamo molte aziende biologiche e l’unica forma di difesa sono le reti anti insetti. Ci chiediamo: fra qualche anno cosa succederà? Intanto riconosciamo l’impegno della Regione che ha finanziato un apposito progetto di ricerca». Al problema sta lavorando anche l’Università di Padova, alla ricerca di possibili antagonisti naturali.
Nicola Cesaro
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