La Coldiretti denuncia falso «made in Italy»

In giro per il mondo sono centinaia i prodotti alimentari venduti con nomi italiani e con tanto di tricolore che però nulla hanno a che fare con il nostro Paese. Si chiama “italian sounding” e questa...

In giro per il mondo sono centinaia i prodotti alimentari venduti con nomi italiani e con tanto di tricolore che però nulla hanno a che fare con il nostro Paese. Si chiama “italian sounding” e questa aggressiva strategia di mercato costa al vero “made in Italy” almeno 60 miliardi di euro l’anno e colpisce anche i prodotti padovani. Il problema è che alcuni di questi prodotti, dai formaggi ai salumi, godono addirittura di finanziamenti pubblici italiani attraverso la Simest, una società controllata dal ministero dello Sviluppo economico. E’ il caso dei formaggi rumeni della società Lactalia venduti con il marchio “Dolce Vita”. Oppure degli insaccati presenti in un negozio del Gruppo Parmacotto a New York, che di italiano però hanno solo il nome. Un’anomalia ribattezzata “falsi di stato” e denunciata da Coldiretti come un grave danno per il “made in Italy” agroalimentare, quello autentico. Gli agricoltori si sono mobilitati chiedendo alle istituzioni di intervenire sottoscrivendo mozioni e interrogazioni parlamentari.

A Padova Coldiretti ha incassato l’altro ieri il voto unanime del Consiglio provinciale sull’ordine del giorno del caso Simest, presentato dal consigliere Francesco Cazzaro (Pdl). Dello stesso tenore la delibera approvata dalla Camera di commercio di Padova e da oltre 60 Comuni della provincia di ogni colore politico. Un’adesione trasversale per chiedere al governo di destinare le risorse ai produttori italiani. «Non possiamo accettare - spiega Marco Calaon, presidente di Coldiretti Padova - che lo Stato italiano investa denaro pubblico su iniziative che hanno l’unico scopo di sfruttare il marchio del “made in Italy” traendo in inganno i consumatori e danneggiando le nostre imprese agricole. A rimetterci sono anche i prodotti di eccellenza di casa nostra, ad esempio il Grana Padano o il prosciutto di Montagnana».

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