La confessione dell’omicida «Non so perché li ho uccisi»

TREBASELEGHE. «Non riesco ancora a darmi una spiegazione, non capisco perché li ho uccisi». Lo ha datto Alessandro Lorena, il 28enne fermato mercoledì dai carabinieri per l'omicidio dei due anziani coniugi Martino Ferro e Graziella Campello a Venegono Inferiore, durante l'interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip di Varese Stefano Sala. L'uomo, accusato di duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, è stato ascoltato nel carcere dei Miogni di Varese. Al termine, il gip di è riservato di decidere sulla convalida del fermo. Lorena, figlio di vicini di casa delle vittime, avrebbe ucciso i due coniugi nella loro villetta durante un tentativo di rapina, portando via 100 euro. Solo ora starebbe prendendo coscienza dell’orribile delitto che ha commesso. Emergono intanto nuovi particolari sul tragico fatto di sangue che colpisce anche l’Alta, in quanto i due coniugi barbaramente uccisi erano originari di Fratte di Santa Giustina in Colle e Massanzago. Graziella Campello ha ancora il fratello e parenti fra Trebaseleghe e Massanzago. Il giorno del delitto, martedì, Lorena ha raggiunto in bicicletta la casa dei genitori a Venegono Inferiore. È poi uscito in strada e ha incontrato Ferro, che abitava a 30 metri di distanza e gli ha regalato dei limoni, mentre Graziella Campello, che lo aveva visto dalla finestra, lo ha invitato a bere il caffè. A quel punto Lorena ha portato i limoni a casa dei genitori, uscendo subito dopo. Nel cortile dei genitori ha preso una mazzetta e ha ucciso Ferro a martellate in testa. Poi è entrato nella villetta dove lo aspetta Graziella Campello, ha bevuto il caffè che la donna gli aveva preparato e, con spietata freddezza, l’ha strangola con un cavo elettrico, per poi tornare a casa in bici a Castiglione Olona.
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