La crisi colpisce Trony 260 esuberi e 53 in città

MORTISE. La società milanese Dps-Group, di proprietà della famiglia pugliese Piccinno, titolare del marchio Trony, che tre anni fa ha acquisito anche tutti i negozi di elettrodomestici degli imprenditori Gianfranco e Paolo Marcato, ha comunicato ai sindacati di categoria, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl ed Uiltucs-Uil, un capillare piano di ristrutturazione, in cui sono previsti 260 esuberi, dei quali 53 solo a Padova.
Tra l’altro è prevista la chiusura dei negozi di Mortise, in via Madonna della Salute dove, nel 1960, il capostipite Gianfranco aprì la sua prima attività commerciale con lo slogan “Amo Marcato perché in camera da letto non delude mai” ed oggi lavorano 8 persone, della sede di Castelfranco (in provincia di Treviso, 10 dipendenti) e di Mestre-Zelarino (8).
In provincia di Venezia sono coinvolti negli esuberi anche i 12 lavoratori del negozio di Santa Maria di Sala. Per quanto riguarda Padova la perdita del posto di lavoro riguarda anche i punti vendita Trony, che si trovano all’interno dei centri commerciali Le Brentelle, a Sarmeola di Rubano e Auchan-Giotto, in via Venezia, alla Stanga. Ma la notizia più eclatante del piano di ristrutturazione è quella relativa alla chiusura del punto vendita di Padova-Mortise, che era e resta ancora il negozio più amato sia dalla famiglia Marcato.
E il punto vendita più amato da tre generazioni di padovani che, dagli anni ’60 in poi hanno cominciato ad acquistare gli elettrodomestici a rate proprio nel negozio di via Madonna della Salute.
Il prossimo incontro tra le parti sociali per discutere gli esuberi si terrà a Milano domani mattina.
La vertenza, per quanto riguarda la Filcams-Cgil, viene seguita dalla segretaria Cecilia de Pantz e da Marquidas Moccia.
«È scontato che la crisi dei consumi, ancora pesante sia al nord che al sud, stia alla base del processo di ridimensionamento del gruppo Dps», sottolineano entrambe le sindacaliste, «ma il piano messo in piedi dalla società milanese va rivisto in molti punti. Perdere il posto di lavoro in questi tempi è una vera tragedia. L’unica alternativa sta nell’applicazione di un capillare e robusto contratto di solidarietà, che non dovrebbe dispiacere neanche all’azienda». Lunedì, dunque, l’importante confronto tra le parti per definire il piano.
Felice Paduano
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