La crisi si mangia Se.Co e Nicolini

Le due storiche società coinvolte nello sviluppo della città fino al 2000 hanno portato i libri in tribunale
Di Riccardo Sandre
MARIAN - LAVORI PER ULTIMARE L'ULTIMA TORRE ALLA CITTADELLA DELLA STANGA
MARIAN - LAVORI PER ULTIMARE L'ULTIMA TORRE ALLA CITTADELLA DELLA STANGA

PADOVA. Sono falliti due pilastri del mondo delle costruzioni del padovano: Nicolini e Se.Co, nel giro di meno di una settimana, hanno portato entrambe i libri in Tribunale decretando la fine di un pezzo di storia economica della città.

Ha ceduto alla crisi il 21 febbraio scorso la Gino Nicolini Srl di Campodoro a Padova, società dell’ex presidente dell’Ance Tiziano Nicolini e protagonista assoluta del panorama del settore nell’arco di un percorso di oltre 50 anni ha ceduto alla crisi. Suo il restauro di Porta Pontecorvo e del Pedrocchi ma anche delle mura di Cittadella, del Palazzetto dello Sport e di tante operazioni di riqualificazione dei palazzi storici del centro città.

Pochi giorni prima, il 15 febbraio era stata la volta della Se.Co di Antonio Cetera, già in liquidazione da circa un anno, che nel corso della sua storia è stata protagonista di molte delle più moderne operazioni immobiliari di Padova. Di Se.Co la realizzazione della “Cittadella” della Stanga dove oggi hanno sede la Confindustria Padovana e Confartigianato, ma anche l’Ascom, la Provincia di Padova, la nuova sede di Vodafone per il Nordest e molte altre realtà pubbliche private di rilevanza regionale e non solo.

Ma all’attività si Se.Co sul territorio si deve la realizzazione del Fiore di Botta, poco oltre la Cittadella dove ha sede il nuovo complesso universitario di Biomedicina, la realizzazione dell’Hotel Mantegna e del Centro Tommaseo sempre in quell’asse di via Venezia che ha visto la società protagonista della riqualificazione complessiva di una delle principali arterie viarie della città.

A Se.Co - insieme ad altre società - si deve pure la realizzazione della prima linea del Tram padovano e di molti altri progetti (come il pluripremiato cinema MultiAstra della Guizza) che hanno, nei fatti, cambiato il volto di Padova negli ultimi 20 anni.

«Se ne vanno due aziende fondamentali per lo sviluppo più recente della città» ha detto l’attuale presidente dell’Ance di Padova Luigi Ometto. «Ma d’altra parte siamo tutti coinvolti in una crisi che dura ormai da quasi 10 anni e che non accenna ad allentare la sua morsa sul nostro settore. In questi anni l’associazione che rappresento ha perso il 60 per cento degli iscritti e la chiusura delle imprese ha lasciato un vuoto occupazionale che di fatto più che dimezzato gli addetti in provincia».

E in un contesto di sempre maggiori difficoltà uno dei nodi più sentiti dagli operatori dell’edilizia è quello delle banche e della liquidità.

«La crisi che vivono oramai anche le stese banche ha rafforzato una tendenza alla restrizione del credito che per forza di cose aumenta le difficoltà delle imprese» conclude Ometto. «Se poi a questo si aggiungono tentativi pesanti di rientro dei crediti da parte di alcuni istituti, il risultato rischia di essere un’ulteriore aggravarsi delle difficoltà di un settore che ha bisogno di tempo e di fiducia per ritornare ad avere quel ruolo strategico per lo sviluppo di un’economia florida e stabile che ha avuto in passato».

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