La Haier chiude a Campodoro, cento dipendenti a casa

La multionazionale del freddo si impegna a liquidare in 15 giorni tutti gli addetti, che in cambio devono sgomberare il presidio entro fine mese
La sede della multinazionale a Campodoro
La sede della multinazionale a Campodoro

CAMPODORO. Chiude definitivamente l’ultima grande impresa del distretto del freddo di Campodoro dopo oltre 20 anni di attività e l’acquisizione, nel 2001, da parte del colosso del freddo Haier. La trattativa sindacale si conclude con la cessazione dell’attività ma i 100 dipendenti della multinazionale vedono riconosciuti 21mila euro aggiuntivi di buona uscita che si aggiungono agli ammortizzatori sociali ed ai percorsi di reinserimento lavorativo.

Due gli incontri di ieri, l’uno in Provincia iniziato alle 9 del mattino e conclusosi dopo 15 e l’altro nel tardo pomeriggio presso Confindustria Padova dove le parti sociali (Fim Cisl e Fiom Cgil) hanno ottenuto, dopo una contrattazione estenuante sulla parte economica, un accordo molto vicino al mandato dei lavoratori che da sempre chiedevano in caso di chiusura, oltre che un percorso serio di reinserimento al lavoro, anche 13 mensilità aggiuntive come buona uscita (pari a circa 23 mila euro).

Le parti hanno chiuso a 21mila euro lordi di incentivo e mantiene il diritto alla Cigs fino al prossimo ottobre e alla mobilità per tutti i 100 lavoratori di Haier. Tfr e incentivo saranno versati in un’unica rata entro 15 giorni dal licenziamento. In cambio Haier ha ottenuto lo sgombero del presidio entro il 28 febbraio e il riconoscimento del diritto a non vendere i macchinari presenti, per altro coperti da brevetti di proprietà.

«Si tratta di un ottimo accordo a garanzia dei lavoratori» dichiara Andrea Bonato (Fim Cisl di Padova e Rovigo) «oltre alla dote economica i dipendenti di Haier avranno diritto a un percorso di reinserimento al lavoro che vedrà aziende specializzate e sindacati insieme per evitare che la perdita di un ulteriore tassello del sistema economico locale si traduca anche in un pesante impoverimento per le famiglie dei lavoratori presenti sul territorio. Non possiamo che ringraziare per l’impegno assiduo della provincia e del consigliere delegato Elisa Venturini in questa vertenza. Ora però è necessario un tavolo di confronto per rilanciare un piano industriale di zona, perché senza aziende il territorio non può che impoverirsi».

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