La Helios dopo il fallimento: l’acquirente ora c’è, i macchinari chissà

CARMIGNANO DI BRENTA. Nuovo acquirente per la Helios, ma a rischio ora sono i macchinari: la società di leasing vuole infatti tornare in possesso delle attrezzature, mettendo in serio pericolo l'avvio della produzione.
«Sono stato contattato da un'importante azienda francese, che è disposta ad investire milioni di euro per produrre pannelli fotovoltaici a Carmignano di Brenta e vuole a tutti i costi assumere 100 lavoratori della Helios Technology», spiega il sindacalista della Fim Cisl Andrea Bonato. «Dopo mesi di lotte sfociate nel fallimento, l'azienda del fotovoltaico ha quindi la possibilità di ripartire e tornare a produrre. C'è però l'incognita dei macchinari: sembra che la società di leasing, proprietaria delle macchine per la produzione di pannelli e celle fotovoltaiche, voglia rientrare in possesso della strumentazione per poi rivenderla. Se questo avvenisse, i lavoratori della Helios vedrebbero nuovamente svanire la possibilità di trovare occupazione all'interno dello stabilimento dell'Alta padovana. I macchinari non devono quindi essere allontanati da Carmignano: ieri sera, nel corso dell'assemblea nella sede Cisl di via Cà Nave a Cittadella, i lavoratori hanno deciso di presidiare in maniera permanente l'azienda per evitare che tutte le attrezzature vengano portate via e rivendute».
Sono ore decisive quindi per il futuro dei 137 dipendenti che dalla fine del 2012 vivono in cassa integrazione; con loro, ieri, c'era anche il vicesindaco di Carmignano, Alessando Bolis. «L'intenzione è quella di svuotare l'azienda dei macchinari?», si chiede il sindacalista Bonato. «Dovranno prima passare sul mio cadavere e su quello di tutti i lavoratori. Dalla Helios non deve essere svitato neppure un bullone. Le macchine sono già state abbondantemente pagate con il sudore degli operai, perciò non si spostano. Se c'è un imprenditore che ha ancora voglia di investire a Padova, ci sono 137 famiglie che a questo punto non hanno più nulla da perdere e che si opporranno allo smantellamento del sito produttivo nato nel 1980 e che produce i pannelli migliori di Europa e tra i migliori al mondo».
Concetti, questi, che il sindacalista ha ribadito in assemblea a gran voce. Altra questione da risolvere, in queste ore, è l'incontro fissato per il 17 febbraio dal curatore fallimentare che segue la vertenza Helios: «Il curatore», continua Bonato, «vuole licenziare tutti i dipendenti e per questo ci ha convocato in Provincia, vuole consultarci. Alla luce di quanto sta accadendo nelle ultime ore, chiederemo di darci ancora del tempo per definire la questione. Speriamo ci venga incontro». Con il fallimento di Ecoware ed Helios, «il sogno della nostra Silicon Valley nell'Alta padovana era svanito; ricordo che solo in provincia di Padova si sono persi 2 mila posti di lavoro che si erano creati 5 anni fa nel settore dell’energia pulita», conclude Bonato. «Il lavoro ora può ripartire, facciamolo proprio da Padova, mettendo al centro i lavoratori e le loro competenze acquisite in anni di lavoro».
«Se sarà accertata una truffa ai danni dello Stato, dell’Unione Europea, dei contribuenti e dei lavoratori in seguito alle indagini della Guardia di finanza che hanno accertato un’evasione di imposte non versate al Fisco e un illecito accesso agli incentivi previsti dal Conto energia, valuteremo di costituirci parte civile contro la Helios Technology».
Ad annunciarlo è il vicesindaco di Carmignano, Alessandro Bolis. L’indagine non è chiusa: nel mirino ci sono i due titolari, Pier Angelo Maselli (presidente nel 2009) e Igor Akhmerov (presidente nel 2010), denunciati per dichiarazione infedele: al primo le Fiamme gialle contestano un’evasione d’imposta relativa a fatturazioni fasulle, pari a oltre 3 milioni di euro, al secondo un totale di imposta evasa di 5 milioni e 800 mila euro. Il gioco, secondo i finanzieri, sarebbe consistito nell’emettere fatturazioni fasulle a favore di consociate: alcune per far apparire un giro d’affari alto e beneficiare di importanti finanziamenti da parte dell’Unione Europea, altre solamente per poter scaricare dei costi inesistenti e nascondere soldi al Fisco.
Bolis va all'attacco: «Scoprire che la crisi dell’azienda era solo un paravento per distrarre fondi al Fisco e accedere ai finanziamenti europei è una notizia che conferma la volontà criminale dei manager Helios».
Sono 160 i dipendenti della Helios che dal novembre 2012 sono in cassa integrazione; l’azienda è stata dichiarata fallita nella primavera del 2013.
«Dopo mesi di buio, ora sembra ci sia la possibilità di tornare a produrre», conclude Bolis. «Chiediamo al curatore e al giudice delegato che gestiscono la vertenza Helios di attendere ancora qualche giorno prima di fare qualsiasi operazione. Possiamo ridare dignità a decine di famiglie».
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