La laguna di Grado racconta l’estate di Pier Paolo e Maria

La laguna di Grado si estende da Fossalon fino all’isola di Anfora, all’altezza della foce dei fiumi Ausa e Corno. Offre uno scenario ricco di colori, tra il verde della rigogliosa vegetazione e il blu del mare Adriatico. Un mondo immerso nella quiete della natura, che vede intrecciarsi canali e anche percorsi di fede dalle origini lontane, come testimonia il santuario mariano dell’Isola di Barbana, uno dei più frequentati d'Italia. Una terra ricca di storia, i cui ritrovamenti archeologici rivelano l’antichissima via romana, ora interamente coperta dall’acqua, che collegava Aquileia allo scalo di Grado.
La presenza dei casoni, caratteristiche abitazioni dei pescatori con tetto di paglia, riporta indietro nel tempo. La laguna, zona feconda di essenze arboree ma anche di fauna, è scenario ideale per gli appassionati di birdwatching, che possono usufruire delle incantevoli aree protette: la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo e la Riserva Naturale Valle Cavanata.
Proprio nella laguna di Grado sono state girate alcune scene di Medea, il capolavoro di Pier Paolo Pasolini, girato nell’estate del 1969 fra la laguna di Grado e la Cappadocia e ispirato alla tragedia di Euripide. Qui Pasolini era solito rilassarsi, dopo essere stato a fare un giro in barca, e qui si fermava a leggere o a pensare, avvolto da un silenzio quasi sacro, interrotto solo dal volo dei gabbiani. Il poeta di Casarsa amava molto la laguna gradese (da cui affiorano lingue di sabbia, isole e isolotti), le reti dei pescatori lasciate ad asciugare, gli odori e i sapori. Pasolini sapeva apprezzare anche il fascino di Grado e il suo centro storico, un intreccio di viuzze, piazzette che ricordano i campielli veneziani e piccole arcate che si tendono tra le abitazioni, dove spesso Pasolini passeggiava con Maria Callas. La soprano, che aveva interpretato Medea, era legata al grande intellettuale friulano da un’affettuosa amicizia. La lavorazione del film fu faticosa, le riprese in Cappadocia misero a dura prova il fisico della Callas. Quando arrivò a Grado per le riprese in laguna, Pasolini la fece sentire a casa, coccolata e coperta di premure.
Da tempo il poeta friulano conosceva quel paesaggio terraqueo, che gli aveva fatto scoprire l’amico pittore Giuseppe Zigaina. Aveva ricevuto dal Comune l’uso del casone di Mota Safon, dietro il pagamento di un canone simbolico. Proprio in quel casone si rifugiava per riflettere, leggere, dipingere e scrivere in totale relax.
Quarantasette anni dopo, lo scorso anno, nell’estate del 2016, Ninetto Davoli, il più famoso tra gli interpreti scoperti da Pier Paolo Pasolini, che non potè partecipare come attore a “Medea” in quanto nel 1969 stava prestando il servizio militare a Trieste, è tornato sull’isola di Medea, a Mota Safòn, nella laguna di Grado. Davoli è stato il filo conduttore di un documentario realizzato da Lagunamovies/Lagunafest, che Sergio Naitza ha scritto e girato per la Karel Film&Video Production con il sostegno di Fvg Film Commission e Regione Fvg con la collaborazione del Comune di Grado. Proprio a Mota Safon, peraltro, nel mese di giugno dello scorso anno, si è concluso “Zigaina e Pasolini in scena”, il progetto di Francesca Agostinelli che, tra mostre, cineforum, incontri e approfondimenti, ha reso omaggio al percorso cinematografico di due grandi autori del Novecento, il pittore Giuseppe Zigaina e Pier Paolo Pasolini, a testimonianza di un sodalizio intellettuale di rara intensità.
Sull’isola d’oro, l’evento “Zigaina e Pasolini incontrano il contemporaneo”, curato da Eva Comuzzi e Orietta Masin, ha chiuso il ciclo di iniziative. È stato scelto l’isolotto di Mota Safon, dove furono girate importanti scene del film Medea e dove Pasolini, nel casone che aveva avuto in concessione dal Comune di Grado, realizzò disegni inediti che oggi possiamo ammirare. Le persone hanno potuto raggiungere l’isolotto a bordo di un Taxi Boat ripercorrendo il tragitto che il cast di Medea faceva ogni giorno per raggiungere i luoghi delle riprese. I curatori, invece, hanno raggiunto l’isola a bordo della barca Nettuno, su cui viaggiarono Maria Callas, che arrivava a Mota Safon assieme a Zigaina, Giuseppe Gentile e Laurent Terzieff.
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