La lettera degli studenti: «Non guardiamo solo YouPorn»

PADOVA. «Non conoscono Renzi e non sanno cos’è lo spread», il “viaggio” del mattino tra gli studenti in corteo venerdì scorso a Padova non è piaciuto alle associazioni studentesche, che respingono l’etichetta di «superficialità» e «disimpegno» per le nuove generazioni. Riceviamo e pubblichiamo la loro lettera, corredata da numerose firme.
Oggi, come Rete degli Studenti Medi di Padova, sentiamo il dovere e l'obbligo morale di rispondere a ció che tutti noi abbiamo letto sul quotidiano il mattino di Padova. Siamo decisamente delusi per ció che è stato scritto, in particolare nel pezzo: «Non sanno chi è Renzi e lo spread è un rapper».
Senza entrare nel merito delle singole frasi, ci vogliamo soffermare sul significato che hanno parole come quelle nei confronti dei tantissimi giovani di Padova, dai piú ai meno attivi, nessuno escluso. Un articolo mirato solamente a schernire l'intera categoria degli studenti. Un misto di critiche insensate, - come quella sull'abbigliamento giovanile - e di scadenti volgaritá - come "tra i siti preferiti dei maschietti, Facebook e Youporn".
Come puó essere che una giornata importante come quella di venerdí 12 ottobre, possa essere tristemente ridotta a tutto ció? Questi meri esempi di giornalismo gossip rappresentano uno schiaffo e un danno d'immagine per migliaia di ragazzi che invece sono scesi in piazza con noi consapevolmente. Vorremmo maggior attenzione della stampa invece, sul perché, molti ragazzi siano disinformati a tal punto. Noi la risposta la conosciamo da tempo. Una scuola vecchia, che non è più in grado di formare i ragazzi come meriterebbero. Questo è il punto fondamentale, chiave della nostra mobilitazione. Non sarà di certo un motivo per rinunciare alla lotta, la disinformazione di alcuni, ma anzi, sarà uno stimolo per continuare a migliorare questa società, soprattutto le nuove generazioni, attraverso la consapevolezza, la cultura e la vera informazione.
Questo, in particolar modo, per una generazione quale è la nostra, sempre pronta ad aiutare, a mostrare solidarietà, come avviene nelle centinaia di associazioni di volontariato che vedono i giovani in prima fila quando si tratta di impegnarsi per la collettività. Una generazione che nei momenti di emergenza, quale ad esempio il tragico terremoto verificatosi in Emilia Romagna lo scorso maggio, è sempre disposta a lavorare in prima persona per la ricostruzione di quanto perduto. Siamo una generazione che non esita a scendere in piazza in migliaia portando con sé delle proposte concrete per un effettivo ed efficace miglioramento dello stato attuale in cui versa la scuola pubblica italiana, una generazione che ha bisogno di far sentire la sua voce, che ha bisogno che questa venga ascoltata da chi questa crisi l’ha causata.
Il ruolo dell’informazione dovrebbe essere quello di svegliare quella parte di giovani che ancora dorme non consapevole di quanto sta accadendo e che meriterebbe di leggere giornali che non parlino solo di gossip, mode e tendenze ma anche di politica vera e attualità.
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