La maestra dell’asilo diventa baby sitter

Il progetto pilota al Giardino Infanzia Montessori: se il piccolo si ammala una delle educatrici della classe arriva a casa
La scuola materna Montessori a Salboro
La scuola materna Montessori a Salboro

PADOVA. Metti una nottataccia, con quel virus vigliacco che aspetta una giornata per destabilizzare l’equilibrio precario di una famiglia. Mettici anche i nonni che - giustamente - non possono essere a disposizione ventiquattrore su ventiquattro e nessun amico o parente nei paraggi. A quale mamma non è mai capitato di trovarsi al mattino con la giornata per aria perché non sa a chi affidare il suo piccolo ammalato? Dove trovare una baby sitter fidata alle 7 del mattino che “salvi” il programma della giornata? Alla scuola Giardino Infanzia Montessori & Isolina Montessoriana di Salboro hanno inventato un metodo che sta a metà tra il welfare aziendale e il servizio pubblico.

Barbara Franco
Barbara Franco

Il bimbo si ammala? Impegno di lavoro improvviso? Basta chiamare e la scuola manda un’educatrice a casa per prendersi cura del pupo. Non una baby sitter mai vista prima o suggerita da un’agenzia, seppur affidabile. Ma una delle cinque ragazze che il piccolo conosce già attraverso la scuola. Che in classe gioca con lui, partecipa alle attività in aula. Insomma un servizio in più che per molte mamme è una salvezza. E naturalmente non riguarda solo l’emergenza, ma diventa la balia di fiducia anche durante  feste, cene o situazioni in cui il genitore necessita di un aiuto al di fuori dell’orario di apertura delle strutture scolastiche. Un’idea unica a Padova per ora, ma sicuramente esportabile in altri contesti o strutture. «L’idea mi è venuta perché sono prima di tutto mamma di tre figli», spiega Barbara Franco, responsabile della scuola e delle baby sitter. «Dunque sono una donna concreta che conosce i problemi delle altre donne-mamme. Il gruppo di baby sitter in appoggio alle nostre strutture è nato l’anno scorso, nel 2016. Ad oggi sono 5-6 almeno, qualche volta di più, vanno dai 22 ai 37 anni e sono per lo più studentesse di scienze della formazione, dunque future insegnanti dell’infanzia. In particolare una delle ragazze speriamo possa essere assunta proprio qui a scuola perché abbiamo bisogno di una collaboratrice». Costi? «Dai 7,5 euro agli 8,5 euro, quest’ultima tariffa nel caso in cui le ragazze raggiungono il bambino solo per un’ora. In qualche modo noi garantiamo per loro e questo rassicura molto le mamme. Del resto le mettiamo prima alla prova, in classe, in modo che le conoscano e non siamo delle figure completamente sconosciute».

Tuttavia è proprio la voce costi che rischia di far saltare tutto. Finché c’erano, infatti, le famiglie pagavano con i voucher. Ora la scuola sta cercando un modo alternativo e altrettanto comodo che eviti alle giovani di aprirsi la partita Iva.

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