La moglie abbraccia la bara Commosso addio a Paolo Canova

L’ADDIO Il feretro di Paolo Canova
BOVOLENTA.
Il silenzio all'arrivo in chiesa, il lungo abbraccio della moglie Erika alla bara, la folla di amici e parenti in lacrime: tanti i momenti di commozione durante i funerali di Paolo Canova, il trentanovenne morto sabato in sella alla sua moto. Ieri pomeriggio la chiesa, tutt'altro che piccola, era già affollata mezz'ora prima dell'inizio della messa. Anche il sagrato si è riempito di amici, con i quali Paolo condivideva la passione per la moto. All'interno una cerimonia partecipata per l'addio all'agricoltore, padre di un bambino di nemmeno un anno. Toccanti le parole degli amici: «Lungo il tuo cammino hai incontrato Erika, l'amore della tua vita, insieme avete dato luce a Mattia. Per tutti noi sei sempre stato un ragazzo in gamba, il sorriso non ti mancava mai, ed è così che ti vogliamo ricordare: un grande amico, un grande marito, un meraviglioso papà. Hai conquistato un posto in ognuno di nostri cuori, rimarrà sempre un grande vuoto. Come scordare la tua passione per i motori? Lassù ci sarà un posto speciale con i tuoi amici Mario e Stefano, che ti aspettano per una corsa infinita, buon viaggio... vai Canova!». E su questa esclamazione si scioglie un lungo applauso dentro e fuori la chiesa. E ancora: «Siamo sgomenti perché non sei più con noi. La morte non ci porta via completamente il nostro Paolo». Sul luogo dell'incidente fiori e messaggi. Nicola Stievano MASERA' Martiri delle foibe Oggi un ricordo
MASERA'.
Domani mattina Maserà si ferma, simbolicamente, per alcuni istanti, per ricordare le vittime delle Foibe. Alle 10.50, di fronte alla palestra, alzabandiera e deposizione di una corona d'alloro alla presenza di Italia Giacca, presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia - Dalmazia di Padova. Parteciperanno i ragazzi della scuola «Perlasca» e i rappresentanti delle associazioni di Maserà, insieme alle autorità, in occasione della Giornata del Ricordo. «Non dimentichiamo che anche nella nostra comunità ci sono alcuni esuli dall'Istria e dalla Dalmazia e i loro discendenti. - spiega il vicesindaco Gabriele Volponi - E' un dovere conservare la memoria di questi eventi drammatici e ricordare chi ha dovuto lasciare tutto solo perché era italiano». (n.c.)
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