La nuova tendenza: fare la spesa con il cane nel carrello

PADOVA. «Io posso entrare»: la rivoluzione pet-friendly è stata annunciata ad ottobre 2013 dalla Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e prevedeva il libero ingresso degli amici a 4 zampe in ristoranti, negozi, bar e supermercati.
«I cani, accompagnati dai loro padroni e provvisti di guinzaglio e museruola», si legge nel comunicato, «avranno presto libero accesso a ristoranti, bar, gastronomie, gelaterie e pubblici esercizi in genere». Secondo quanto riportato, cartelli e divieti all'ingresso dei negozi dovrebbero essere già definitivamente scomparsi da mesi, anche per adeguamento alla normativa europea.
La questione è stata ribadita anche dall’associazione dei comuni (Anci), la quale ha stabilito senza appello che «vietare l'ingresso ai cani nei locali pubblici, e quindi negli esercizi commerciali, è illegale». «Nessun commerciante può vietare l'ingresso ai cani. Se un cittadino si trovasse nella condizione di essere invitato ad uscire da un locale perché in compagnia del proprio 4 zampe può segnalarlo ai vigili urbani i quali si preoccuperanno di far rispettare la legge». Così la direttiva nazionale. E quindi, almeno in teoria, tutti i negozi dovrebbero spalancare le porte agli amici a quattro zampe.
Ciononostante, nel Bel Paese dove il cibo è un’arte, l’idea dei cagnolini a passeggio tra gli scaffali degli alimentari sembra disturbare ancora più di qualcuno. E infatti cartelli e divieti campeggiano ancora su molte porte d’ingresso. In città sono diversi gli esercizi che mantengono i divieti.
Niente cani al Pam, dove un cartello verde segna in modo inequivocabile un divieto di accesso. Stessa cosa nella catena Billa, Alì e Aliper, dove l’unica variante è il colore dell’insegna. Da Lando, l’ipermercato di Corso Stati Uniti, la segnaletica è ripetuta due volte, una per porta, per fugare ogni dubbio.
Così anche all’Auchan, nonostante nel centro commerciale i cani siano ammessi. L’unica catena pet-friendly, a Padova, è la Despar. Al supermercato del centro commerciale Ipercity, un Interspar, non compaiono indicazioni. Chiediamo al personale e ci viene cortesemente risposto che sì, i cani sono ben accetti «purché possano stare in braccio oppure nel carrello, ma coperti».
Nessuno ci parla di museruola e nessuno allude alla taglia del pelosetto, ma va da sé che portarsi un alano in braccio per il tempo della spesa non è proprio la cosa più semplice, né più comoda. Chiediamo anche in un Despar, al punto vendita della Sacra Famiglia. Nemmeno lì compaiono indicazioni, e ci viene gentilmente spiegato che, anche qui, i cani di piccola taglia sono ammessi. Anche qui, però, rigorosamente in braccio al padrone. Insomma, di fatto ogni catena ha il suo regolamento. E la normativa nazionale sembra ancora ben lontana dall’essere uniformemente applicata.
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