La parrocchia di San Giovanni, la moschea e ora la chiesa africana, una a fianco all’altra
PONTEVIGODARZERE. Dopo la chiesa cattolica dedicata a San Giovanni Battista (quella ai margini del Brenta) e la moschea, dove, specialmente al venerdì, si riuniscono in preghiera circa 200 musulmani praticanti, a Pontevigodarzere è stata aperta, proprio a fianco di questi due edifici religiosi, anche una chiesa africana, di religione cristiana. E’ una nuova chiesa, che è andata ad occupare gli spazi vuoti che c’erano dietro al magazzino del negozio di giocattoli Benny e si affaccia sul cortile interno del condominio, dove si trova anche un negozio di parrucchiera gestito da una padovana. Alla vigilia dell’apertura, la nuova chiesa africana, gestita da un’associazione sia religiosa che culturale e intestata ad un gruppo di nigeriani, aveva suscitato perplessità da parte dei residenti e dei negozianti. Ma adesso che è stata aperta da due settimane, le polemiche si sono smorzate, anche se non tutti gli abitanti sono favorevoli all’arrivo a Pontevigodarzere di una terza chiesa. «Nel nostro quartiere non abbiamo mai osteggiato chi viene in mezzo a noi per pregare e vivere in tranquillità come si fa, normalmente, in tutte le comunità religiose» spiega Giovanni Marini, fondatore del più vecchio comitato locale e conosciuto anche come il sindaco reale di Pontevigodarzere; «A tutti, però, è noto che gli africani nelle loro chiese cantano e ballano per ore ed ore disturbando i vicini. La nuova chiesa nigeriana sino ad oggi non ha creato problemi. E nemmeno i musulmani hanno dato mai fastidi. Speriamo che in futuro tutto prosegua come nelle prime due settimane di apertura. Altrimenti saremo costretti a chiamare i vigili». (f.pad.)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova