La passione senza età Cipriani racconta l'eterno male d'amore

Da sinistra Arrigo Cipriani patron dell’Harry’s e la copertina del suo nuovo libro
VENEZIA.
Non c'è ombra di Bellini nè tintinnio di posate d'argento. Non ci sono camerieri che volteggiano come ballerini nè segreti sul risottino primavera a cui togliere il velo. Non ci sono le acrobazie manuali del barman Claudio nè il venticello che, come un piccolo gorgo, si forma ogni volta che qualcuno apre la porta dell'Harry's Bar scompigliando i capelli alle signore. Nelle 94 pagine dell'ultimo libro di Arrigo Cipriani, in libreria dai primi di marzo, c'è solo lui. Anzi, nemmeno lui, ma un cliente. Un caro cliente che ha solo il nome di battesimo, Pier Giorgio, un'età tra i sessanta e i settanta, uno spirito che invece di invecchiare va all'indietro, una moglie che devono farla santa, cinque figli e una passione viscerale per le donne. Un cliente-amico, insomma, di cui racconta una storia d'amore tuttosommato classica ma (per il cuore non d'acciaio di PG) tosterella. Dopo «La Stanza» (che ha fatto sei edizioni), Cipriani scrittore cambia registro e con «Non vorrei far male a nessuno» (edito sempre da Feltrinelli) dimentica il peso sublime dell'Harry's bar e abbraccia la leggerezza frastornante dell'amore. Più precisamente di quella fetta di amore che si chiama passione, quindi sempre in salita, fatta di distanza, aeroporti, telefonate, fatta di attese, di dubbi e di rincorse, che cresce e intontisce grazie alle difficoltà ed è destinata a svaporare al primo soffio di abitudine. «La lontananza fisica è il più importante alimento dell'amore perchè aiuta a tenere in vita il desiderio», scriverà Arrigo Cipriani nell'ultima pagina. Prima, però, c'è tutto il resto. C'è una dedica, a PG (il cliente Pier Giorgio, appunto), «sempre di ispirazione» e c'è una prefazione che sembra uscita da un film di Woody Allen. Un lui e una lei a letto, impegnati in un dialogo che vorrebbe essere di conoscenza reciproca e invece è di bieca gelosia quando lei dichiara, così come potrebbe dire che va a rifarsi il trucco, di avere avuto prima di lui trecento uomini. Circa. E anche qualche donna. E talvolta uomini e donne insieme. «Lui stentò un po' ad addormentarsi». Poi inizia la stora di PG, scritta da Arrigo così come PG gliel'ha raccontata in tanti anni di frequentazioni all'Harry's. «E' la storia di un'infatuazione che avevo nel cassetto da un anno e che finalmente mi sono deciso a tirare fuori - spiega Cipriani - l'ho buttata giù in venti giorni, così posso dimostrare che i proprietari di ristorante non devono necessariamente scrivere solo libri di ricette o di storia del locale che gestiscono, ma sanno anche scrivere qualcos'altro. In «Non vorrei far male a nessuno» l'Harry's bar c'è solo in copertina (con una simil-Audrey Hepburn) e come sfondo quasi casuale a due cene tra PG e Marie, la sua bella e bruna innamorata che a un certo punto si stanca del ruolo di amante e azzarda a chiedere di più. Tipo «Che ne sarà di noi?» e poi «Non vorrei far male a nessuno». Balle. In realtà Marie farà molto male, ma non alla legittima di PG (intoccabile), come aveva fatto intendere che non avrebbe mai fatto e che invece avrebbe fatto senza troppi problemi, ma a PG stesso, che si vede sfilare l'amante tra le dita da altri uomini (non sposati). «Devastato», lo descrive Arrigo che dopo averlo tanto ascoltato deve anche averlo tanto consolato. Claudio, due Martini.
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