La paziente malata morì il falso medico patteggia

La donna aveva un cancro, lui diceva di curarla con metodi per l’auto-guarigione Lei non sopravvisse, il fidanzato lo denunciò e si scoprì che aveva la terza media
Di Cristina Genesin

TREBASELEGHE. Esercizio abusivo continuato della professione medica (dal giugno 2011 all'ottobre 2012) e truffa aggravata nei confronti di una giovane donna affetta da neoplasia (il linfoma di Hodgkin) che aveva pagato una visita 80 euro (sarebbero stati 60 senza la ricevuta fiscale). Reati gravi e pesanti che hanno convinto il finto medico Adriano Buranello - 54enne veneziano d’origine con residenza a Trebaseleghe e domicilio nel Vicentino, a Pove del Grappa - ad evitare il rischio di un processo. E a preferire un rito alternativo che, fra l’altro, prevede per legge lo sconto di un terzo della pena. Così il difensore del “dottor” Buranello, in tasca un diploma di terza media arricchito dalla frequentazione di qualche corso serale e in mano la vita e la salute dei suoi “pazienti”, ha concordato con la pubblica accusa (il pm Francesco Tonon) di patteggiare la pena. Ieri il gup padovano Margherita Brunello ha accolto quell’accordo fra le parti. Ma la sua definizione, per motivi tecnici, è stata rinviata al prossimo 9 dicembre, quando la pena sarà quantificata in anni, mesi e giorni di reclusione (salvo l’eventuale concessione della condizionale).

Medico, naturopata e cromopuntore: così si presentava Adriano Buranello, pronto a vantare una competenza nelle ”cinque leggi biologiche” secondo le teorie elaborate dal medico tedesco Ryke Geerd Hamer (il creatore della cosiddetta "Nuova Medicina" radiato dall’Ordine). E a curare il tumore con sciroppo a base di alloro, vitamine e fiori di Bach per consentire ai malati di entrare «in autoguarigione». Possibile? Sì, secondo Hamer e i suoi seguaci, in base al principio che ogni essere vivente è dotato di «programmi biologici di sopravvivenza». Così, non appena un trauma o un conflitto colpiscono improvvisamente un individuo, il cervello favorirebbe la comparsa della malattia per permettere di superare quell’evento altrimenti mortale.

Sarà. Ma intanto quella ragazza, che si era affidata alle “cure” di Buranello, è morta. Tuttavia prima del decesso, il suo fidanzato aveva presentato una denuncia ai carabinieri del Nas nei confronti del sedicente medico. Nell’abitazione di Buranello, durante una perquisizione, gli investigatori hanno sequestrato cartelle cliniche con individuazione delle patologie, anamnesi e ricettari insieme a prescrizioni di cure e somministrazioni di rimedi riguardanti 300 pazienti seguiti dal giugno 2011 all'ottobre 2012. Il materiale documentale era stato memorizzato nel pc. Secondo l’accusa il 54enne avrebbe anche convinto la ragazza ad abbandonare la terapia farmacologica e gli esami prescritti dagli specialisti, previsti dai protocolli medici, a favore di cure cosiddette “alternative”.

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