La rottura di tre argini ha spedito a mollo il Padovano

LE TRE BRECCE In alto la falla nell’argine del Frassine Sotto quella nel fiume Bacchiglione o canale Roncajette In basso la rotta del Tesina a Veggiano
LE TRE BRECCE In alto la falla nell’argine del Frassine Sotto quella nel fiume Bacchiglione o canale Roncajette In basso la rotta del Tesina a Veggiano
 
PADOVA.
Sono passate due settimane dall'inizio dell'alluvione che ha devastato ampie zone del Padovano. Questa la cronologia di quelle drammatiche giornate.  
Lunedì primo novembre. Ore 14.26.
Venti metri di argine cedono in località Prà di Botte, a Megliadino San Fidenzio. Il fiume Frassine comincia a riversare su Roaro, Cabriani, Saletto e Dossi milioni di metri cubi d'acqua. La falla arginale arriverà a toccare una lunghezza di 150 metri. Entro la serata, vengono fatte evacuare più di mille persone.  
Ore 17.
Mentre l'acqua sta velocemente raggiungendo il cuore di Saletto, il municipio diventa la sede del Centro operativo misto in cui convengono tutti i sindaci del territorio, i rappresentanti delle forze dell'ordine e delle istituzioni superiori. La palestra di Saletto diventa il centro sfollati dell'intera Bassa Padovana. In poche ore si accreditano 250 persone.  
Ore 20.30.
A Cervarese Santa Croce viene evacuata una vasta area del centro: succede in tutti i paesi lungo le sponde del Bacchiglione, dove le macchine della Protezione civile avvisano con gli altoparlanti la popolazione del pericolo imminente di esondazione. Sfollata a Padova una decina di famiglie di via Vittorio Veneto, alla Paltana, dove ci saranno le sole aree inondate della città. Evacuate due strade a Veggiano. Ottanta persone trascorrono la notte nella palestra comunale.  
Martedì 2. Ore 1.30.
Chiude il ponte di Tencarola perché l'acqua del Bacchiglione è arrivata al livello della strada.  
Ore 3.
Il fiume Tesina inizia a tracimare poco prima dell'immissione nel Bacchiglione a Trambacche di Veggiano, in località Laghetti. La forza dell'acqua nel giro di 24 ore produrrà una breccia profonda oltre due metri e mezzo e lunga 40 metri.  
Ore 3.20.
Sprofonda l'argine del Bacchiglione (che nella zona è chiamato canale Roncajette) a Ponte San Nicolò. Succede proprio davanti alla discarica, che viene coperta dall'acqua che poi dilaga nella campagna. Anche in questo caso la forza dell'acqua ingrandisce rapidamente la breccia.  
Ore 7.
Il Bacchiglione esonda anche a Padova, in via dei Colli. L'acqua tracimata a Ponte San Nicolò si dirige verso Casalserugo, dove le famiglie cominciano a essere sfollate.  
Ore 10.
L'acqua del Tesina raggiunge la periferia di Veggiano.  
Ore 13.05.
Arriva il primo salvataggio di persona: ad Ospedaletto Euganeo un uomo viene travolto dall'acqua mentre è in bici, in località Dossi: lo portano in salvo con l'elicottero. L'allagamento interessa anche Este, raggiungendo la discarica Sesa di via Comuna: il sindaco ne ordina l'immediata chiusura.  
Ore 16.50.
Cresce il numero degli sfollati. Sono più di mille a Ponte San Nicolò. Più di cento a Veggiano, altrettanti a Cervarese Santa Croce. Duecento circa a Bovolenta e altrettanti a Casalserugo. Quattrocento tra Carceri e Vighizzolo. Vengono evacuate anche due vie a Montagnana, via Pescara e via Fossa di Buoso.  
Ore 18.15.
A Vighizzolo d'Este si anima la sollevazione popolare: più di 50 persone protestano contro la decisione di non rompere l'argine del Brancaglia prima del centro abitato e così salvarlo a scapito di alcune zone rurali. Alla fine la spunteranno.  
Mercoledì 3. Ore 5.
Viene chiusa la falla di 70 metri dell'argine a Roncajette di Ponte San Nicolò. Il livello del Bacchiglione però così torna a salire. Comincia l'evacuazione di Bovolenta.  
Ore 13.
Il Vampadore a Megliadino San Vitale non tiene più l'acqua del Frassine: la zona sud del paese va in ammollo e l'acqua arriva fino al municipio. Arrivano i primi elicotteri dell'Esercito: un Chinook inizia a posare le paratie in cemento necessarie a chiudere la breccia arginale del Frassine, a Prà di Botte.  
GIOVEDI' 4. Ore 11.20.
A Veggiano l'elicottero è in azione per chiudere la falla del Tesina.  
Ore 15.25.
In località Prà di Botte viene finalmente tappato il «buco» nell'argine del Frassine. L'esondazione termina. Ma il Fratta Gorzone non può più accogliere l'acqua e si teme per la tenuta del Brancaglia, tra Carceri e Vighizzolo d'Este.  
Ore 18.10.
L'acqua lambisce Bertipaglia, Maserà e Cagnola di Cartura. Il bacino Pratiarcati fra Casalserugo e Bovolenta è un'immensa distesa di acqua: ci vorranno giorni prima che le acque si ritirino completamente. (n.c.)

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