La scuola steineriana al posto del centro sociale

Inaugurato ieri al Sacro Cuore il nuovo, colorato, polo che accoglie 200 alunni I genitori hanno contribuito facendo lavori edili e di falegnameria
Di Silvia Quaranta
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INAUGURAZIONE SCUOLA STEINERIANA
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INAUGURAZIONE SCUOLA STEINERIANA

Nello spazio occupato fino al 2007 dal centro sociale Gramigna, oggi c’è una coloratissima scuola steineriana. È completa di tre ordini (asilo, elementari, medie) e ospita più di duecento bambini, che come tutti gli altri hanno già iniziato le lezioni. Ieri l’inaugurazione ufficiale, alla presenza delle autorità: il sindaco Massimo Bitonci, il presidente della Fondazione Cariparo Antonio Finotti, il presidente dell’associazione Veneto Steiner Waldorf Sabino Pavone e, ovviamente, il preside della scuola, Luigi Di Maggio. La vecchia sede, dal 2000 fino a pochi mesi fa, era all’Arcella, in via Zize: all’epoca dell’apertura i bimbi erano una settantina, ma già nel giro di pochi anni erano aumentati fino a superare i 200. Serviva più spazio, e nel 2011 la risposta è arrivata dal Comune: il terreno dell’ex scuola Vecellio (poi centro sociale Gramigna, nel quartiere Sacro Cuore) veniva affidato alla cooperativa Steiner Waldorf, che in cambio garantiva la manutenzione di tutta l’area (ben 11mila metri quadri) e alcuni spazi a disposizione della collettività. Circa due anni fa sono iniziati i lavori e ieri la scuola è stata ufficialmente consegnata alle famiglie, che hanno contribuito in prima persona a realizzarla. Non solo in senso economico (l’opera è costata in tutto 2 milioni di euro, di cui 500 mila finanziati dalla Fondazione Cariparo e il resto da genitori e soci della cooperativa), ma anche materiale. Un papà elettricista ha collaborato alla costruzione degli impianti, uno falegname ha dato un grande aiuto con banchi e giochi in legno, altri hanno dato la vernice interna. L’effetto stupisce non solo per l’impatto estetico, ma anche sensoriale: non c’è una sola parete che non sia colorata, l’arredo è completamente in legno, la muratura è realizzata con blocchi di Ytong, materiale ignifugo e biocompatibile, al posto dei radiatori ci sono stufe al pellet. I bambini dell’asilo non hanno giocattoli di plastica, ma una casetta in legno con tanto di tenda-teatro e soppalco. Indossano grembiulini colorati (non bianchi o neri ma viola, rossi, gialli, verdi) e così anche le loro maestre, che oltre all’abilitazione ministeriale hanno una formazione specifica sul metodo Steiner Waldorf. Qui le arti comuni e liberali hanno pari dignità: così accanto alla storia, alla geografia e alle lettere s’impara anche la musica, la pittura, la falegnameria e il “modellaggio”. Non a caso, la scuola comprende un auditorium per le rappresentazioni teatrali e numerosi laboratori artistici. Resta ancora da costruire la palestra, che sarà aperta anche al quartiere: proprio ieri, però, il sindaco e il presidente della Fondazione Cariparo hanno annunciato il proprio sostegno.

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