La sociologa Bimbi «Così i più piccoli vivono segregati»

Non voler affittare un alloggio a famiglie con bambini rientra in quel fenomeno così strettamente legato ai tempi moderni che la sociologa Franca Bimbi, ordinario di Sociologia dell’Università di...
PD 03 MARZO 2005 G.M...CONVEGNO CGIL AL PAPA LUCIANI. FRANCA BIMBI..(SALMASO) CONVEGNO CGIL AL PAPA LUCIANI. (SALMASO)
PD 03 MARZO 2005 G.M...CONVEGNO CGIL AL PAPA LUCIANI. FRANCA BIMBI..(SALMASO) CONVEGNO CGIL AL PAPA LUCIANI. (SALMASO)
Non voler affittare un alloggio a famiglie con bambini rientra in quel fenomeno così strettamente legato ai tempi moderni che la sociologa Franca Bimbi, ordinario di Sociologia dell’Università di Padova, ha nominato “la segregazione dei bambini”.


Sì perché se è vero che ad oggi c’è un’attenzione massima alla necessità del bambino, alla ricerca dei luoghi dove può sentirsi libero e dove si può sfogare, è anche vero che questi ultimi sono sempre più circoscritti. «Sui bambini spesso e volentieri purtroppo c’è un pregiudizio» spiega Franca Bimbi, «hanno l’abitudine e la necessità di giocare, cosa che oggi si tollera solo se avviene in spazi dedicati». Dunque va bene che i più piccoli giochino, facciano confusione e si divertano, ma solo in determinati contesti.


«Questa è la segregazione dei bambini. Un modo di gestirli che paradossalmente contribuisce più che altro a renderli maleducati» sottolinea la sociologa, «ci sono molte strutture dedicate allo sport, al divertimento, alla musica, sia per quanto riguarda i bambini che gli adulti. Strutture dove ci si può sfogare ma al di fuori delle quali tutto questo non è consentito. Ci sono delle persone che non vorrebbero che i propri vicini di casa possedessero degli strumenti musicali per paura di essere infastiditi dal rumore».


Ma il prezzo da pagare per questa tranquillità così pretesa è molto alto. «Si finisce per dare alla propria privacy un significato che nega l’altrui diversità. Potrebbe finire che arriveremo ad avere case dove ci sono solamente anziani, case dove ci sono solamente giovani e case dove ci sono solamente famiglie con bambini. Invece di incentivare i rapporti tra generazioni si crea una segregazione».


E poi c’è la paura che la proprietà venga danneggiata. «Il pensiero che la diversità danneggi la proprietà anche quando questo rischio non c’è è segno di un atteggiamento di diffidenza che dovrebbe essere evitato. Nessuno vuole disconoscere un diritto, ma altra cosa è il nostro atteggiamento nell’ambito delle relazioni fra persone».
(a.f.)


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