LA STORIA La strage nazista che spazzò via Lucia e i suoi sette figli

SAN GIORGIO DELLE PERTICHE. Una famiglia di emigranti padovani trucidata in Francia dai nazisti insieme ad altre seicento persone, il dramma di una madre uccisa nella chiesa del paese mentre teneva stretti a sé sette dei suoi nove figli, accanto alle donne e ai bambini del villaggio di Oradour-sur-Glane. Dopo quasi settant’anni torna a galla una storia tragica e crudele di emigrazione e di guerra, paradigma del Novecento, che ha fra i suoi sfortunati protagonisti dei padovani. Un regista veronese si è messo sulle tracce dei discendenti di Giuseppe Antonio Miozzo (nato a San Giorgio delle Pertiche il 3 settembre 1903 e morto a Camposampiero nel 1954) e di Lucia Zoccarato (nata a Campodarsego il 25 luglio 1904), emigrati in Francia con i primi tre figli nel 1927, per girare un documentario che racconti la loro storia, dalle difficoltà di trovarsi in un paese straniero e sfamare una famiglia numerosa, all’orrore della guerra che ha sterminato la famiglia. In questi mesi il regista Mauro Vittorio Quattrina, autore di numerosi documentari storici, ha raccolto informazioni e dati anagrafici, ora cerca testimonianze nel padovano. «In Italia si sa ben poco della strage Oradour-sur-Glane» spiega «un isolato paesino del centro della Francia.
È il 10 giugno 1944, alcuni giorni dopo lo sbarco in Normandia, quando il 4º Reggimento Panzer Grenadier Der Führer della divisione Das Reich, come rappresaglia per l’uccisione di un loro ufficiale, fece un rastrellamento entro i confini geografici del villaggio e ordinò a tutti gli abitanti di radunarsi in un parco, apparentemente per controllare i documenti. Nel frattempo gli uomini vennero portati in sei granai e uccisi a colpi di mitragliatrice. Le SS spararono alle gambe, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, in modo da prolungare l’agonia, poi bruciarono i granai. Morirono 197 persone, solo cinque si salvarono. Quindi i nazisti entrarono nella chiesa dove avevano radunato 240 donne e 205 bambini: prima fecero esplodere un ordigno, poi spararono all’impazzata con le mitragliatrici. Solo una donna sopravvisse, in tutto morirono 642 persone. Nella notte il resto del paesino venne incendiato e raso al suolo». Oradour non è più stato ricostruito: da allora quelle macerie e le lamiere contorte e arrugginite sono uno dei tanti tristi moniti alla crudeltà umana. Centinaia di lapidi ricordano le vittime innocenti nel “villaggio-martire”. Una è dedicata alla famiglia padovana. La foto della madre Lucia Zoccarato (indicata con il cognome del marito, Miozzo) è circondata da quelle dei sette figli morti quel giorno: Bruno, Antonio, Armando, Luigi, Anna Teresa, Marcello e Giovanni. Appena tre i superstiti, perché probabilmente lontani dal villaggio: il marito Giuseppe Antonio Miozzo, che in seguito tornò a San Giorgio delle Pertiche, con le figlie Ofelia (nata nel 1922 a San Giorgio delle Pertiche e morta nel 1973) e Angela. «Stiamo cercando di capire come si salvarono dall’eccidio» aggiunge Quattrina «e come hanno vissuto dopo questa tragedia. Con il documentario «Il fuoco sopra gli angeli» vogliamo raccontare una storia di emigrazione e di guerra, che purtroppo accomuna tanti nostri connazionali. Abbiamo intervistato un sopravvissuto alla strage che si ricordava di questa numerosa famiglia italiana. Nell’anniversario della strage, lo scorso 10 giugno, per la prima volta abbiamo deposto al cimitero di Oradour una corona di fiori con la bandiera italiana di fronte alle autorità francesi. È giusto ricordare questa gente, la nostra gente». Chi ha informazioni utili può telefonare al 339/4818709 oppure scrivere a storiavivaitalia@libero.it e visitare il sito www.oradoursurglane.jimdo.com.
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