La tragica morte dell'architetto Drago a Monselice, i familiari: "Era in ansia per la sua salute"

Il professionista era stato assieme al nipote fino a poco prima di sparire. Ghidotti: "Aveva un animo sensibile, ha contribuito alla crescita culturale di Monselice"
L'architetto Paolo Drago e il duomo di Monselice
L'architetto Paolo Drago e il duomo di Monselice

MONSELICE. Una tragedia che ha stretto a lutto la cittadina murata nell’ultimo giorno del 2020. L’architetto Paolo Drago, 57 anni è stato trovato morto nel vicolo Scaloncino sul colle della Rocca, a pochi passi dalla sua abitazione.

Una lettera lasciata ai famigliari nella serata del 30 dicembre non lasciava alcun dubbio sulle sue intenzioni. Paolo nella tarda serata di mercoledì si era allontanato di propria volontà dalla sua abitazione nel centro di Monselice ed i fratelli Andrea e Massimo hanno cominciato a cercarlo proseguendo le ricerche per tutta la notte, dopo aver avvisato le forze dell’ordine.

Il giorno di capodanno la tragica scoperta, la salma dell’architetto è stata rinvenuta da alcuni passati in vicolo Scaloncino, vicino all’ostello comunale. I familiari sono ancora increduli della sua morte.

L'unica spiegazione è che fosse in ansia per le sue condizioni di salute che comunque non erano affatto preoccupanti. Anche la situazione legata all'emergenza Covid, con la limitazione dei rapporti sociali per l'ansia dell'infezione potrebbe aver avuto un ruolo determinante. Mercoledì era rimasto per un po' assieme al nipote e nulla lasciava presagire quanto sarebbe successo.

Alla moglie e ai fratelli stanno giungendo in queste ore decine di attestati di cordoglio: Paolo era una persona buona e generosa e aveva sempre aiutato chi poteva. Nel 2009 era stato eletto tra le file del “Popolo della libertà” e nel 2014 aveva partecipato alla corsa elettorale come candidato Sindaco per la cittadina murata, candidatura sostenuta da Fratelli d'Italia, partito di destra di cui Drago era portavoce comunale. Aveva ottenuto la carica di consigliere comunale con il gruppo “Partecipazione e solidarietà” ed era attivo nel movimento civico No CSS al fianco del gruppo nelle varie mobilitazioni e contro il Revamping.

«Una persona stimata, un professionista nel suo, lavoro, ma anche un animo sensibile che non ha retto» racconta l’amico Riccardo Ghidotti «Paolo ha dedicato energie e aspirazioni per la crescita culturale e sociale di Monselice, era gentile, chiaro e determinato». Il funerale si svolgerà in forma privata a causa dell’emergenza sanitaria. Paolo lascia la moglie Marina, i fratelli Andrea e Massimo ed i nipoti Ezio e Alessandro.

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