L’abate di Praglia si dimette «Mi dedico alla preghiera»

La scelta di padre Norberto Villa è stata dettata da questioni personali  Colta di sorpresa la comunità parrocchiale, da sempre molto legata ai monaci
27 marzo 2006 Praglia (COMELLO) 27 marzo 2006 Praglia (COMELLO)
27 marzo 2006 Praglia (COMELLO) 27 marzo 2006 Praglia (COMELLO)

TEOLO. Padre Norberto Villa lascia la guida della comunità monastica di Praglia. L’abate benedettino ha rassegnato le dimissioni il 2 febbraio scorso, festa della Presentazione del Signore conosciuta anche come Festa della Candelora, al raggiungimento del settantesimo anno di età. «Lascia liberamente il suo ministero abbaziale con l’augurio che il futuro cammino che si apre per la Comunità possa essere segnato da una rinnovata esperienza di comunione fraterna e di testimonianza evangelica nella Chiesa e nel mondo», si legge nello scarno comunicato dell’Abbazia di Praglia in cui si annunciano le dimissioni. Ufficialmente si tratta di una rinuncia legata a questioni personali che arriva dopo 13 anni di servizio: dal 2004 al 2007 come priore amministratore dopo la nomina dell’abate Bruno Marin ad abate presidente e il conseguente trasferimento nella Capitale, e dal 20 gennaio del 2007 ad oggi come abate eletto dal capitolo dei promessi solenni di Praglia. La decisione, che ha colto di sorpresa la comunità parrocchiale, sarebbe maturata verso la fine del 2017 in occasione della visita a Praglia dell’abate presidente della comunità dei benedettini sublacensi. «Ho ritenuto opportuno rassegnare il mandato al compimento del settantesimo anno di età», afferma padre Norberto che ci accoglie nel chiostro Pensile all’uscita dalla chiesa, dove i monaci alle 15 si sono radunati per la preghiera dell’ora nona. «Si tratta di una decisione maturata liberamente dopo la visita dell’abate presidente. Per l’ordine benedettino non esiste un numero di anni di carica al termine dei quali scade il mandato. C’è un limite massimo di età che è fissato al raggiungimento del settantacinquesimo anno. Ora la comunità ha il tempo per prepararsi in tutta serenità ad eleggere il mio successore. Continuerò a dare il mio contributo al monastero di Praglia dove sono arrivato nel 1986». Padre Norberto Villa, originario di Lesmo, un paesino dell’hinterland milanese dalle parti di Arcore, si è laureato in economia e commercio nel 1971 con pieni voti alla Bocconi di Milano. La sua è stata una vocazione tardiva. Infatti è entrato in monastero nel 1976, dopo aver messo in pratica la sua formazione economica acquisita in Bocconi come dottore commercialista in un istituto di credito di Chiasso e per più di un anno in Eritrea alle dipendenze di una azienda che operava nel commercio delle carni. Dopo i voti si è trasferito a Roma dove dal 1982 per quattro anni ha completato gli studi per conseguire il dottorato in teologia morale. A Praglia, prima di diventare priore, si è dedicato all’insegnamento della teologia e al coordinamento del centro convegni. Appassionato di poesie, nella quiete del monastero tra i colli ha realizzato una raccolta di rime dal titolo “La mia barca è una conchiglia”. Nel periodo in cui ha retto la comunità dei benedettini sugli Euganei, padre Villa si è distinto per il suo modo di fare riservato, senza peraltro negare alcun contatto con l’esterno. Specie con la parrocchia nonostante non sia da sempre, per i monaci che amano mettere in pratica nel silenzio la regola di San Benedetto “ora et labora”, una delle priorità.

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