L’adeguamento Istat pesa per 2 euro al mese
L’aumento è di appena lo 0,4%. Cioè pochi euro al mese per i redditi più alti. Ma è un adeguamento obbligatorio all’inflazione rilevata dall’Istat. Ecco perché l’amministrazione ha pubblicato le nuove tariffe per le rette di asili nido e scuole dell’infanzia.
I cambiamenti sono solo nelle fasce più alte. Per gli asili nido si tratta di quelle famiglie con un Isee oltre i 40 mila euro, che passano dai 471 euro mensili dello scorso anno ai 473 di questo che sta per iniziare. Per la fascia Isee tra 31 mila e 40 mila si passa da 458 euro a 460 mensili. Fascia tra 26 mila e 31 mila ci sarà solo un euro in più rispetto ai 428 mensili pagati fino allo scorso anno. Un euro in più, da 366 a 367 anche per la fascia tra 21 mila e 26 mila euro di Isee. Così come da 320 a 321 per fascia da 16 a 21 mila. Per chi ha un indicatore di reddito tra 11 mila e 16 mila erano 244 euro mensili e quest’anno saranno 245. ancora da 188 a 189 per la fascia tra 8.500 e 11 mila euro. Per le rimante tre fasce inferiori agli 8.500 euro le rette restano le stesse dello scorso anno.
Resta invece tutto identico per le scuole dell’infanzia sia comunali che statali, con rette che partono dai 2 euro mensili per i redditi più bassi e arrivano fino a un massimo di 148 euro. La merenda costerà invece 10 euro mensili.
C’è poi una tariffa mensile anche per il prolungamento della scuola dell’infanzia che, per adesso, è prevista anche se il servizio non sarà attivato subito. Se dovesse essere attivato nel corso dell’anno si andrà dai 35 euro mensili per 2 giorni di prolungamento alla settimana e 72 euro per il servizio da 3 a 5 giorni alla settimana. —
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