L’andrologo: sindrome da pene corto? No, i re del porno usano photoshop

Il professor Carlo Foresta avverte i ragazzi che abusano di foto e video hard: non pensate di non essere all’altezza, i superdotati dei film sono un trucco
Rocco Siffredi in una foto di scena del film 'Pornocrazia' di Catherine Breillat. E' Rocco Siffredi - secondo quanto si é appreso - l'attore di film porno ed imprenditore cinematografico finito nel mirino della Guardia di Finanza di Ortona (Chieti) quale presunto evasore fiscale 'totale'. ufficio stampa /ANSA/ARCHIVIO / COC
Rocco Siffredi in una foto di scena del film 'Pornocrazia' di Catherine Breillat. E' Rocco Siffredi - secondo quanto si é appreso - l'attore di film porno ed imprenditore cinematografico finito nel mirino della Guardia di Finanza di Ortona (Chieti) quale presunto evasore fiscale 'totale'. ufficio stampa /ANSA/ARCHIVIO / COC

C'è trucco e c'è inganno. Foto e video sexy caricati sul web ingigantiscono il reale, creando false aspettative e influenzando negativamente la percezione della vita vera. Le performances cliccate sui porno-portali on-line appartengono al novero dell'illusione. Dall'analisi dei risultati dei questionari somministrati ai giovani maschi nell'ambito del progetto Androlife, campagna di informazione e prevenzione per le malattie del sistema riproduttivo e la sessualità giovanile, è emersa con grande evidenza una sindrome da “pene corto”: sono in aumento i ragazzi che credono di averlo di dimensioni sotto la media. Questa sindrome si è ulteriormente ingigantita grazie alla riconosciuta riduzione di 0,9 mm dell'organo dei diciottenni del terzo millennio rispetto alle generazioni precedenti. “La riduzione in realtà non è significativa ai fini delle prestazioni, si tratta solo di una valutazione di tipo statistico che indica la tendenza delle modificazioni strutturali dell'uomo moderno. Ci siamo chiesti quanto la pornografia attraverso Internet avesse ruolo in questo comune sentire. I personaggi che animano scene erotiche sul web – spiega il professor Carlo Foresta, andrologo ed endocrinologo dell'Università di Padova - sembrano essere tutti “superdotati”: in realtà un'analisi tecnica che ha valutato un campione di video e foto e ha tenuto conto dei pixel delle varie parti del corpo, ha messo in evidenza un artificio, un trucco che modifica le apparenze dell'organo sessuale maschile, incrementandolo del 35%-40% in lunghezza e larghezza. Lo studio dei pixel delle parti del corpo comprese nell'immagine ha consentito di dimostrare che il pene viene sproporzionalmente incrementato di volume. E' ovvio che video di questo tipo, guardati in modo ripetitivo, creano una determinata spettanza nei fruitori. Comunicare ai giovani che quelle immagini sono false è fondamentale – sostiene il professore - affinchè considerino normali le proprie misure antropometriche, evitino di inseguire chimere e non abbocchino a discutibili proposte di tipo commerciale che promettono l'allungamento dell'organo maschile, proposte non solo discutibili ma anche pericolose”. Se ne parla al XXVIII Convegno di Medicina della Riproduzione, organizzato in due sessioni - “Manifestazioni cliniche del paziente andrologico: nuove interazioni tra patogenesi e sintomi”, “Riproduzione e sessualità: un dialogo obbligatorio?” - in programma il 28 febbraio /1 e 2 marzo 2013 al Teatro Kursaal / Teatro Congressi Pietro d'Abano - Abano Terme (Padova). Presidenti Carlo Foresta (Padova) e Andrea Lenzi (Roma).

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