Larve nei funghi per i ristoranti

 Denunciati, dagli uomini diretti dal capitano Pietro Mercurio, il legale rappresentante della ditta che ha commercializzato i funghi trovati a Teolo (si tratta di una azienda di Perugia) e il responsabile del magazzino di Santa Giustina in Colle, che aveva preparato da solo le 72 confezioni dopo aver importato la merce.  Le denunce sono arrivate soltanto in un secondo momento e cioè nei giorni scorsi quando i tecnici dei laboratori Arpav di Verona hanno spedito i risultati degli esami effettuati sui campioni di funghi risultati «non idonei al consumo perché invasi da parassiti (larve)».  La cosa più inquietante è che il grossista di Teolo (a cui non viene imputata alcuna responsabilità dato che ha acquistato i funghi porcini dall'azienda di Perugia senza sapere che erano invasi dalle larve), avrebbe rivenduto la merce a numerose pizzerie e ristoranti padovani che utilizzano come ingredienti, per i loro cibi, i funghi porcini. Funghi che sono allevati in Bulgaria. Da lì, poi, rivenduti alle aziende che li imbustano e li congelano per rivenderli.  Trovare le larve nei funghi (porcini) congelati non è semplice. Anche perché la legge impone controlli molto severi sul prodotto fresco, ma non sulla merce che arriva anche dall'estero già congelata. Per questo motivo il Nas periodicamente effettua dei controlli a campione sulle importazioni di funghi. Controlli anti larve e anti radioattività.  Era già accaduto che funghi con le larve fossero trovati sugli scaffali di negozi cinesi. Mai su prodotti che sarebbero finiti nelle cucine di pizzerie e ristoranti nostrani.