Lattebusche rafforza la capacità produttiva dei caseifici nell’Alta

CARMIGNANO DI BRENTA. Lattebusche si appresta a chiudere il 2019 con un altro record, superando i 110 milioni di euro (erano stati 108 nel 2018). Ma non si ferma e guarda avanti per crescere «con ulteriori, importanti collaborazioni», come ha annunciato il direttore generale Antonio Bortoli. Che lunedì era nell’Alta padovana insieme al presidente Augusto Guerriero per due appuntamenti: l'inaugurazione del nuovo impianto a Camazzole, riservato alla produzione di Asiago e Penna Nera, e i 10 anni dall'acquisizione della cooperativa Molinetto di San Pietro in Gu, dedicata alla produzione di Grana Padano. «Un'operazione, quest'ultima», ha ricordato Bortoli, «fortemente caldeggiata dal presidente onorario Francesco Donazzolo, che è mancato improvvisamente domenica scorsa. Con lui se ne va una parte molto importante della mia vita». Poi Bortoli, che è uomo di numeri e strategie, ha sottolineato l'importanza di questi due stabilimenti nella logica di specializzazione adottata da tempo: Grana a San Pietro in Gu e Sandrigo, gelato a Chioggia, prodotti biologici a Padola (Comelico Superiore).

«In Lattebusche lavoriamo oltre 132 milioni di litri di latte l'anno in 6 stabilimenti, con produttori di 7 province. Siamo un importante riferimento a Nordest per il settore lattiero-caseario, capace di remunerare il latte ai soci oltre la media regionale».

A Camazzole c'è ora, dunque, un impianto tutto nuovo, in grado di produrre 100.000 forme di Asiago e 20.000 di Penna nera, con più di 500 quintali di latte lavorato al giorno. Poi il decennale della fusione con la cooperativa Molinetto. «Qui produciamo 90.000 forme di Grana Padano che, unite alle 40.000 dello stabilimento di Sandrigo, ci rendono il maggior produttore di grana del Nordest».

«All'epoca», ha soggiunto Bortoli, «c'erano tante perplessità, specie fra i soci, che temevano la perdita d'identità. Ma già allora si capiva l'importanza delle aggregazioni. Con Molinetto siamo anche diventati socio di riferimento di Agriform, che oggi fattura 156 milioni di euro di cui oltre la metà all'estero. Mettersi insieme rafforza, non indebolisce». —

Stefano Vietina

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