Lavoratori cinesi nascosti dietro il cartongesso

Avevano abbattuto il muro portante, piazzando un cartongesso a scomparsa che collegava il laboratorio all'alloggio. Così una ditta cinese sfruttava ogni giorno una quindicina di lavoratori, per produrre capi d'abbigliamento per conto di Oviesse. A scoprire l'abuso nell'ennesimo laboratorio-lager sono stati i poliziotti della squadra mobile di Padova, nel corso del blitz messo a segno con l'ispettorato del lavoro e il reparto prevenzione crimine.  Il laboratorio Zhu di via Antoniana 4 era stato visitato altre volte dalle forze dell'ordine ma nessuno era riuscito a riscontrare irregolarità. L'altra sera è stato scoperto l'arcano. Il muro divisorio tra il laboratorio e l'appartamento era stato abbattuto e sostituito con una parete in cartongesso. Da una parte c'era l'area adibita alla confezione di prodotti di maglieria, dall'altra c'erano 7 piccole stanzine in cui dovevano dormire ben 15 lavoratori. Sempre lì accanto un bagno minuscolo, un cucinino: spazi angusti, sfruttati fino all'ultimo metro quadrato. Quando gli agenti sono entrati nel laboratorio, c'erano solo due persone ma cinque macchinari erano ancora caldi. Una volta scoperta la parete di cartongesso, è comparsa tutta la forza lavoro a disposizione dell'imprenditore orientale.  Alla luce di quanto scoperto, l'ispettorato del lavoro provvederà a sanzionare la titolare dell'attività commerciale: Z.D., 36 anni. In linea di massima sembra che pioveranno sanzioni che vanno dai 3 ai 4 mila euro per ogni lavoratore presente. Tra questi c'era anche un ragazzino di 17 anni.  Stando agli accertamenti fatti il laboratorio confezionava prodotti di maglieria per Oviesse: ovviamente capi made in Italy.